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L'Ifo rimette in dubbio la Germania:

L'Ifo rimette in dubbio la Germania: "Contrazione dello 0,4 per cento"

L'istituto di Monaco: pesa l'alta inflazione che frena i consumi interni. Nel 2024 la ripresa. "L'economia tedesca sta uscendo dalla recessione solo molto lentamente"

Bruxelles – Allarme Germania. L’economia tedesca va verso un rallentamento maggiore del previsto. A lanciare l’allarme è l’Ifo, l’Istituto di ricerca economica di Monaco, che corregge al ribasso la performance della principale economia dell’eurozona. Se in primavera era stato ipotizzato un calo dello 0,1 per cento nella produzione, adesso la contrazione attesa è dello 0,4 per cento. Il risultato è che ora la crescita complessiva attesa alla fine del 2023 sarà dell’1,5 per cento anziché 1,7 per cento. Numeri e prospettiva alla mano, “l‘economia tedesca sta uscendo dalla recessione solo molto lentamente“, spiega Timo Wollmershäuser, responsabile delle previsioni all’ifo.

Pesa un’inflazione ancora troppo alta, che frena i consumi interni intaccando quindi la domanda. Ci si attende un calo degli acquisti privati dell’1,7 per cento a causa di un costo della vita ancora troppo alto (5,8 per cento), e solo il prossimo anno i consumi torneranno a crescere. A questo si aggiunge una contrazione dell’edilizia e del mercato immobiliare, causa aumento dei costi dei materiali e dei tassi di interesse. 

A mettere in sicurezza l’economia tedesca “gli elevati” ordini arretrati ancora non onorati. Grazie a ciò si prevede che la produzione continuerà ad espandere la sua produzione” in modo moderato e poi di nuovo significativamente più forte man mano che i colli di bottiglia dell’offerta scompariranno gradualmente”. Ad ogni modo la Germania non corre e l’economia non procede a vele spiegate.

Le stime dell’Ifo ricalcano quelle diffuse dalla Banca centrale europea, che per l’eurozona ha operato sulla crescita attesa un taglio dello 0,2 per cento per quest’anno, e dello 0,1 per cento per il prossimo. E’ un ulteriore tassello di una situazione che comunque cambia, e non in meglio.

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