Bruxelles – Oltre 1,8 miliardi di euro per sostenere quasi 300 milioni di persone in tutto il mondo nel 2024, mentre “il divario tra i bisogni umanitari e le risorse disponibili continua ad aumentare“. La Commissione Europea ha reso noto oggi (12 febbraio) le assegnazioni per gli aiuti umanitari del nuovo anno, dopo l’adozione del bilancio annuale iniziale in questo settore di intervento. “Nel 2023 il divario di finanziamento ha raggiunto nuovi livelli record, poiché non è stato fornito nemmeno il 40 per cento dei 56,7 miliardi di dollari necessari“, ha avvertito il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič: “Di fronte a questa preoccupante tendenza, la Commissione Ue continuerà a finanziare l’azione umanitaria a sostegno dei più vulnerabili, indipendentemente da chi e dove si trovino nel mondo”.
Degli 1,8 miliardi di euro in aiuti umanitari a disposizione dell’esecutivo dell’Unione per il nuovo anno, un quarto (470 milioni) saranno destinati “per far fronte alle estreme necessità umanitarie di Gaza e della popolazione civile palestinese”, ma anche per rispondere alle esigenze della crisi regionale in corso in Siria, Libano, Yemen e nei Paesi mediorientali confinanti. Altri 200 milioni di euro per le conseguenze di “sfollamenti forzati, insicurezza alimentare, malnutrizione acuta e cronica, rischi naturali ed epidemie ricorrenti” nel Sahel (Burkina Faso, Mali, Mauritania e Niger), nella Repubblica Centrafricana e nel bacino del Lago Ciad (Ciad, Camerun e Nigeria). Circa 346 milioni di euro sosterranno le popolazioni dell’Africa orientale e meridionale colpite dai conflitti nella regione dei Grandi Laghi e gli sfollati a causa di eventi meteorologici estremi e conflitti armati in Sudan, Sud Sudan, Uganda, Madagascar, Mozambico e Corno d’Africa (Gibuti, Etiopia, Kenya e Somalia).
Il restante budget di aiuti umanitari sarà suddiviso tra Asia, vicinato europeo e continente americano, oltre a 315 milioni di euro riservati alle emergenze improvvise e alle crisi umanitarie impreviste che potranno verificarsi nel corso dell’anno (anche considerato il prosciugamento delle risorse alla fine del 2023). Nello specifico 115 milioni saranno destinati all’Europa sudorientale e al vicinato europeo – soprattutto per affrontare le conseguenze della guerra russa in Ucraina e per gli effetti della crisi siriana in Turchia – 186 milioni all’Asia meridionale e al Pacifico (sull’impatto del cambiamento climatico e sulla risposta umanitaria in Myanmar, Bangladesh e Filippine) e 111,6 milioni di euro saranno destinati all’America centrale e meridionale e ai Caraibi (crisi in Venezuela e Haiti, conseguenze dei conflitti armati in Colombia e della violenza dilagante in Messico ed Ecuador).
“Questa responsabilità condivisa a livello globale non può essere assunta solo dall’Europa”, ha però avvertito il responsabile della Commissione Ue per la Gestione delle crisi: “Nel 2023 oltre il 91 per cento dei contributi è arrivato da soli 20 donatori“, tra i quali i primi tre – inclusa l’Unione Europea – forniranno “il 58 per cento degli aiuti umanitari disponibili a livello globale”. Una situazione definita dal commissario Lenarčič come “insostenibile” e per questo motivo “è essenziale che la comunità internazionale trovi un modo più equilibrato ed equo per finanziare l’assistenza umanitaria, in linea con le capacità di ogni singolo Paese”. Da parte sua, la Commissione Ue uscente promette anche per il futuro dell’Unione che “continueremo a sostenere e mobilitare la comunità internazionale per colmare collettivamente questo allarmante divario di finanziamenti”.