Bruxelles – Completare il processo di integrazione europea passa anche dalla nascita di un’Unione europea della sanità. La Commissione Eu ha pubblicato oggi (22 maggio) un comunicato dove si sottolineano i risultati importanti ottenuti nella tutela della salute delle persone a livello europeo. Ad aver dato il via alle discussioni su un’Unione della sanità è stata la pandemia da Covid19, o meglio la capacità dimostrata dall’Ue di gestire e superare un momento così complicato. L’Unione europea vuole dunque proseguire su questa strada anche se l’ostacolo maggiore arriva dai Paesi membri, dato che la salute è una materia di competenza nazionale e non comunitaria.
L’Ue si è spesa in prima persona per tutelare la salute dei propri cittadini durante la pandemia. Grazie alla strategia dell’Unione europea sui vaccini, tutti gli europei hanno avuto accesso contemporaneamente e alle stesse condizioni ai vaccini contro il Covid. Ciò ha contribuito ad arginare la diffusione del virus e a salvare milioni di vite. Non solo, gli acquisti a livello comunitario, i certificati europei di vaccinazione e soprattutto i finanziamenti dati alle attività economiche per ripartire dopo le chiusure forzate, hanno mostrato in modo indiscutibile l’efficacia dell’Ue. La conseguenza di quanto affrontato durante la lotta al Covid, da parte dell’Unione, è la voglia nel proseguire il contributo dato alla sanità e al benessere sociale dei propri cittadini.
Le azioni dell’Unione europea non si sono limitate al lavoro per sconfiggere la pandemia ma hanno cercato di creare un modello di salute più virtuoso che abbia come ultimo obiettivo la nascita dell’Unione europea della sanità. L’acquisto di farmaci in modo paritario tra gli Stati membri, la digitalizzazione dell’assistenza medica e la creazione di strumenti per affrontare le crisi sanitarie (come il progetto Hera) sono esempi del lavoro svolto dall’Ue in quest’ottica.
L’Unione europea della sanità è un obiettivo importante. A tracciare un resoconto positivo di quanto è stato fatto fin ora è Stella Kyriakides, commissaria per la salute e la sicurezza alimentare, che ha ricordato: “L’unità e la solidarietà emerse di fronte alla crisi sanitaria più difficile dei tempi moderni hanno portato alla creazione di una forte Unione sanitaria europea”. Ma come sostiene la stessa Kyriakides, anche se la direzione intrapresa è quella corretta, quanto fatto rimane solo un primo passo: “I nostri cittadini si aspettavano giustamente di più nel settore della salute, noi continueremo a sviluppare la nostra Unione sanitaria nei prossimi anni”.
Molta rimane ancora la strada da percorrere. Secondo un analisi voluta dal Parlamento europeo, il completamento dell’Unione sanitaria attraverso forniture comuni e una prevenzione migliore di quella degli Stati membri, può salvare ogni anno circa 109 mila vite umane. L’Europa della sanità rimane un progetto ambizioso ma complicato, soprattutto perché la questione della salute, in base ai trattati, è di competenza nazionale. Quanto fatto dall’Ue durante la pandemia ha però mostrato che un’eventuale gestione della sanità a livello europeo porterebbe dei benefici, per cui la Commissione a voler spingere su questa via.