Bruxelles – Niente eurobond, e allora per finanziare la difesa e la sua industria l’Ue può studiare una nuova, maggiore, flessibilità nelle regole comuni di bilancio. Il vertice informale dei leader voluto dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, per discutere di difesa, produce un risultato politico non da poco: un allargamento dei vincoli del patto di stabilità. E’ la Germania che cede, pur di non cedere. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, è perentorio quando a fine lavori ricorda che “l’Unione europea non ha la prospettiva di contrarre debiti comuni”. Allo stesso tempo è consapevole che occorre fare qualcosa per stimolare un settore divenuto improvvisamente strategico e per questo irrinunciabile: “Si tratta piuttosto di creare maggiore flessibilità per i singoli Paesi“.
Ecco che la Germania da sempre attenta alla regole di bilancio e al suo rispetto infrange un tabù. Un modo per tenere il punto, dopo il secco ‘nein’ di Berlino ad eurobond per la difesa, e cercare di tenere buono l’elettorato tedesco chiamato ad elezioni – il 23 febbraio – che potrebbero ridisegnare gli assetti non solo tedeschi, ma pure europei. AfD ha il vento in poppa, e Scholz può tornare in patria rivendicando di non aver creato nuovo debito comune e di non far pagare alla Germania le passività di altri.
Del resto la riunione dei capi di Stato e di governo non produce molto di più, se non l’invito a esplorare “opzioni comuni e strumenti innovativi” per “fare di più, più rapidamente, meglio, e insieme” in materia di difesa, spiega Costa senza entrare troppo nel merito. In questo lavorio comunque rientrano sicuramente un maggior ricorso alla Banca europea per gli investimenti (Bei), e rimodulare anche il funzionamento dell’Agenzia europea per la difesa (Eda).