Bruxelles – Buone notizie: a febbraio l’inflazione smette di crescere e addirittura registra un ribasso. E’ di lieve entità, certo, di 0,1 punti percentuali, ma quanto basta per portare l’indice al 2,4 per cento, rispetto ai valori di gennaio (2,5 per cento). Le stime preliminari di Eurostat rilevano una frenata dell’energia (0,2 per cento, rispetto all’1,9 per cento di gennaio) e dei servizi (3,7 per cento, rispetto al 3,9 per cento di gennaio), a cui fa da contraltare il rincaro dei generi alimentari (2,7 per cento, rispetto al 2,3 per cento del mese precedente).
L’inversione di tendenza però c’è, e l’inflazione torna a riavvicinarsi al 2 per cento, vale a dire l’obiettivo di riferimento della Banca centrale europea, che giovedì (6 marzo) si riunirà a Francoforte per prendere le decisioni di politica monetaria, e in tal senso quelle che arrivano dall’istituto di statistica europeo possono davvero rappresentare buone notizie per famiglie e imprese.
La Bce, che basa le proprie decisioni sui dati a disposizione, si baserà certamente anche sulle stime preliminari sull’inflazione a febbraio per le scelte relative ai tassi di interesse. Gli analisti e gli osservatori si attendono un nuovo taglio, verosimilmente dello 0,25 per cento, che potrebbe essere l’ultimo. Sull’allentamento delle politiche monetarie e la necessità di agire in tal senso il consiglio direttivo appare sempre meno compatto e al contrario sempre più restio a ridurre il costo di prestito del denaro. Anche se, per stessa ammissione del vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, a Francoforte ora si guarda con preoccupazione più all’anemica crescita europea che all’inflazione.