- L'Europa come non l'avete mai letta -
sabato, 17 Maggio 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Difesa
  • Net & Tech
  • Agrifood
  • Altre sezioni
    • Cultura
    • Diritti
    • Energia
    • Green Economy
    • Finanza e assicurazioni
    • Industria e Mercati
    • Media
    • Mobilità e logistica
    • Salute
    • Sport
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Energia
  • Israele
  • Usa
    Eunews
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • Salute
      • Sport
    No Result
    View All Result
    Eunews
    No Result
    View All Result

    Home » Politica » L’Europa si sta stufando di Viktor Orbán

    L’Europa si sta stufando di Viktor Orbán

    Alla Plenaria dell’Europarlamento i deputati hanno discusso per l’ennesima volta del deterioramento della democrazia e dello Stato di diritto in Ungheria, chiedendo di sanzionare Budapest. Forse, per la prima volta in anni, potrebbe esserci una volontà politica condivisa per farlo

    Francesco Bortoletto</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/bortoletto_f" target="_blank">bortoletto_f</a> di Francesco Bortoletto bortoletto_f
    2 Aprile 2025
    in Politica
    Viktor Orbán

    Il primo ministro ungherese Viktor Orbán (foto: European Council)

    Dall’inviato a Strasburgo – L’Ungheria di Viktor Orbán rimane l’osservata speciale in Ue. Finora ci sono state più chiacchiere che azioni concrete per invertire (o quantomeno arrestare) il declino democratico nel Paese mitteleuropeo, sotto procedura d’infrazione da oltre sei anni. Ma forse qualcosa si sta lentamente per muovere, mentre il premier magiaro prosegue con la stretta contro le minoranze, provoca i suoi partner a dodici stelle e tira la corda del diritto internazionale.

    Da un lato ci sono le picconate sempre più violente che Viktor Orbán sta continuando ad assestare all’impalcatura della democrazia in Ungheria, smantellando lo Stato di diritto e il suo sistema di garanzie, pesi e contrappesi. Cattura dei media, riforme della magistratura che mettono il bavaglio ai giudici critici contro il suo governo, estensione dello “stato giuridico speciale” che garantisce ampi poteri al capo dell’esecutivo bypassando il Parlamento (comunque dominato dal suo partito, Fidesz, alleato in Europa con Matteo Salvini e Marine Le Pen nei Patrioti), modifiche costituzionali restrittive.

    Sul modello di un provvedimento in vigore nella Russia di Vladimir Putin, il leader magiaro ha fatto recentemente approvare una legge sugli “agenti stranieri” che ostacola le attività delle entità che ricevono finanziamenti dall’estero, con la scusa di proteggere la sovranità nazionale. Una guerra a tutto campo contro le organizzazioni della società civile che ancora resistono all’assedio, e in generale contro tutti i contropoteri e corpi intermedi.

    Vladimir Putin
    Il presidente russo Vladimir Putin (foto via Imagoeconomica)

    Per non parlare della crociata senza quartiere contro la cosiddetta ideologia gender, con l’ultima ciliegina sulla torta rappresentata dalla messa al bando del Pride di Budapest, previsto per il prossimo 28 giugno. Con un solo colpo di spugna, il primo ministro mette contemporaneamente nel mirino i diritti della comunità Lgbtq+ e mina la libertà di assemblea dell’intera popolazione ungherese, allo scopo di “tutelare i bambini”.

    Dall’altro lato, in totale sprezzo del diritto internazionale, il premier magiaro accoglie proprio in queste ore il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu, sul cui capo pende dallo scorso novembre un mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi), di cui l’Ungheria è parte. Da uomo forte a uomo forte, entrambi intenti a ridimensionare l’indipendenza della magistratura per metterla sotto il controllo del potere esecutivo.

    La misura è colma da tempo per gli eurodeputati, che nel pomeriggio di oggi (2 aprile) hanno discusso durante la sessione plenaria in corso a Strasburgo gli ultimi sviluppi nel Paese mitteleuropeo. Dalla Sinistra, Ilaria Salis (che col governo ungherese ha avuto più di qualche dissapore) ha parlato di uno “sfregio al diritto e alle libertà civili” giunto ormai “oltre il punto di non ritorno”, mentre per la socialista francese Chloé Ridel il premier magiaro “conduce una guerra contro la dignità umana“. Secondo il popolare austriaco Reinhold Lopatka, coi fondi comunitari non si possono “sostenere governi che minano la democrazia” e ne va quindi sospesa l’erogazione.

    La relatrice dell’Eurocamera sul file Ungheria, l’ambientalista olandese Tineke Strik, ha parlato di una “minaccia concreta” alla tenuta della democrazia nel Paese, anche alla luce dei commenti di Orbán che ha definito i critici (giornalisti, giudici e ong) come dei “parassiti” da “eliminare”. Il timore diffuso è che vengano stilate “liste nere” di oppositori politici, uno sviluppo che potrebbe andare a braccetto con la possibilità di usare tecnologie di riconoscimento facciale (la premessa perfetta per uno “Stato di polizia”, dice Strik).

    Tineke Strik
    L’eurodeputata ambientalista tedesca Tineke Strik (foto: Michel Christen/EP)

    Una delegazione della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) si recherà a Budapest in missione a metà aprile, per monitorare la situazione e valutare gli ultimi sviluppi, fornendo la base per una nuova relazione, sempre a firma di Strik, che dovrebbe essere pronta per il prossimo autunno.

    Un altro allarme (l’ennesimo) lo ha lanciato, sempre oggi, anche il Consiglio d’Europa. Rivolgendosi ai deputati magiari, il commissario per i Diritti umani Michael O’Flaherty li ha esortati a non procedere con una serie di provvedimenti legislativi – inclusa la manomissione della Carta fondamentale per inserirvi, ad esempio, il riconoscimento legale delle sole coppie eterosessuali – in quanto “sollevano dubbi sulla loro compatibilità con gli standard dei diritti umani“.

    Ma forse si intravede in lontananza una luce in fondo al tunnel. Qualcosa sembra muoversi in seno al Consiglio, dopo anni di immobilismo durante i quali una procedura ex articolo 7 del Trattato sull’Unione europea (Tue), avviata nel settembre 2018, è rimasta incagliata. Intervenendo da Strasburgo, il ministro polacco agli Affari europei Adam Szlapka ha ribadito l’impegno di Varsavia (che detiene la presidenza di turno dell’Ue) nella tutela dello Stato di diritto.

    Ora, si starebbe allungando la lista delle cancellerie sempre più insofferenti nei confronti di Orbán, che sarebbero 19 grazie all’importante aggiunta della Germania, da sempre tiepida sulla questione anche a causa degli interessi economici legati all’industria automobilistica nazionale, che ha delocalizzato svariati stabilimenti in Ungheria. Il cancelliere in pectore Friedrich Merz sarebbe d’accordo coi futuri partner di governo, i socialdemocratici dell’Spd, nell’aumentare la pressione sul leader magiaro attraverso il ricorso sistematico al congelamento dei fondi comunitari, se Budapest continuerà a scivolare verso l’autoritarismo e a mettersi di traverso sul dossier Ucraina (tanto nel sostegno a Kiev quanto nelle sanzioni contro Mosca).

    Michael McGrath
    Il commissario europeo alla Democrazia Michael McGrath (foto: Philippe Buissin/EP)

    La soglia legale per attivare l’articolo 7.1 – la disposizione che permette al Consiglio di riconoscere una violazione grave e persistente dei princìpi fondanti dell’Unione – è di quattro quinti, cioè 22 Paesi su 27. Certo, per le sanzioni vere e proprie (soprattutto la cosiddetta “opzione nucleare“, che prevede la sospensione dei diritti di voto al Consiglio) serve l’unanimità, difficile da raggiungere soprattutto finché ci saranno altri leader, come lo slovacco Robert Fico, altrettanto intenti nella demolizione delle strutture democratiche. Ma è un inizio.

    A parole, pure l’esecutivo comunitario si dice “pronto” a prendere le contromisure necessarie. Il commissario alla Democrazia, Michael McGrath, ha ribadito che le ultime norme approvate in Ungheria minano sia i diritti fondamentali sia lo spazio civico nel Paese, il quale peraltro non sta rispettando le raccomandazioni sullo Stato di diritto di Bruxelles, pubblicate la scorsa estate. “L’imperativo della protezione dei minori e il diritto di riunirsi pacificamente non sono in conflitto”, ha messo in chiaro rivolgendosi agli eurodeputati, cui ha assicurato che “la Commissione non esiterà a intraprendere ulteriori azioni per garantire il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria e in qualsiasi altro Stato membro”.

    Tags: democraziamichael mcgrathparlamento europeostato di dirittoTineke Strikungheriaviktor orban

    Ti potrebbe piacere anche

    netanyahu israele libano
    Politica Estera

    Da Macron a Merz, fino a Orbán. La vicinanza dei leader europei a Netanyahu e la sconfitta del diritto internazionale

    31 Marzo 2025
    Volodymyr Zelensky
    Politica Estera

    I leader Ue confermano il loro impegno sull’Ucraina (di nuovo senza Orbán)

    20 Marzo 2025
    (foto BalkansCat via iStock)
    Diritti

    Ungheria, il governo presenta un disegno di legge per vietare il Pride di Budapest

    17 Marzo 2025
    Péter Magyar
    Politica

    Le due piazze di Budapest: Orbán contro Magyar

    17 Marzo 2025

    TUTTI GLI EVENTI CONNACT

    Il Rapporto Draghi in italiano

    di Redazione eunewsit
    9 Settembre 2024
    CondividiTweetCondividiSendCondividiSendCondividi
    Made with Flourish
    Zelensky Rama von der Leyen

    A Tirana si sono riuniti i leader europei, ma tutti pensavano a Istanbul

    di Francesco Bortoletto bortoletto_f
    16 Maggio 2025

    Al vertice albanese della Comunità politica europea, per parlare del futuro del continente per quanto riguarda sicurezza, economia e migrazione....

    L'assemblea della Repubblica è il Parlamento del Portogallo [foto: Sharon Hahn Darlin/Wikimedia Commons]

    Portogallo tra nuove elezioni e nuove incertezze

    di Emanuele Bonini emanuelebonini
    16 Maggio 2025

    Il Paese al voto domenica per la terza volta dal 2022 cerca una stabilità che i sondaggi non suggeriscono: si...

    “L’ultima falsità” di Diego Marani, ambizioni e follie che segnano le vite

    di Lorenzo Robustelli @LRobustelli
    16 Maggio 2025

    L'ultimo romanzo dello scrittore emiliano affronta le nostre paure, le nostre vanità, le ambizioni cui non abbiamo il coraggio di...

    elezioni polonia

    Le elezioni presidenziali in Polonia, un esame cruciale per il governo europeista di Tusk

    di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    16 Maggio 2025

    Domenica i cittadini polacchi alle urne per indicare il successore del conservatore Andrzej Duda. Il candidato sostenuto da Tusk, Rafal...

    • Editoriali
    • Eventi
    • Lettere al direttore
    • Opinioni
    • Risultati Europee 2024
    • Chi siamo
    • Contatti
    • Privacy Policy
    • Cookie policy

    Eunews è una testata giornalistica registrata
    Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

    Copyright © 2025 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
    Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
    Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    Attenzione