Bruxelles – L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2 per cento a medio termine, e ci resterà. Nello specifico l’indice del costo della vita si collocherebbe in media al 2 per cento nel 2025, all’1,6 per cento nel 2026 e al 2 per cento nel 2027. Motivo per cui si può allentare ancora la politica monetaria. Il consiglio direttivo della Banca centrale europea decide per un nuovo taglio di tassi di interesse dello 0,25 per cento. Si tratta dell’ottavo ritocco dal 2024, il quarto da inizio 2025, che farà sì che dall’11 giugno il tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale si attesterò al 2 per cento, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali scenderà al 2,15 per cento, e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale sarà ridotto al 2,40 per cento.
La decisione viene presa “quasi all’unanimità, con solo un membro contrario”, rivela la presidente della Bce, Christine Lagarde, che torna a ripetere che l’istituzione di Francoforte “non è vincolata ad un percorso particolare sui tassi” e che le decisioni continueranno a essere prese “volta per volta, sulla base dei dati a disposizione”. Quelli a disposizione, di dati, suggeriscono che al netto del calo dei prezzi dell’energia, che spingono verso il basso l’inflazione, la stessa inflazione si porterà in media al 2,4 per cento nel 2025 e all’1,9 cento nel 2026 e nel 2027. Ci sono dunque le condizioni per allentare ancora. “Le nostre decisioni si basano sugli aggiornamenti dei dati sull’inflazione e la forza di trasmissione della nostra politica monetaria“. Di più: gioca un ruolo anche una rinnovata “forza dell’euro” come moneta.
Cosa significa e cosa implica il taglio dei tassi di interesse
Tensioni geopolitiche e dazi statunitensi rappresentano rischi per la stabilità dei prezzi, sottolinea Lagarde. Tuttavia, precisa, benché ci si attenda che “l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo“. Inoltre, l’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più sostenendo consumi e offerta interna. “Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali”, precisa Francoforte.
Lagarde torna dunque a insistere sulla necessità di sostenere l’industria delle difesa quale elemento per maggiore forza per la moneta unica, ma nel contempo rinnova l’invito ai governi per le riforme. “Dato il contesto di grande incertezza è più che mai urgente realizzare politiche strutturali e di bilancio per rendere l’eurozona più produttiva, più competitiva e più capace di resistere” alle sfide e ad eventuali shock. Tradotto: attenzione ai conti pubblici. Perché, precisa la presidente della Bce, “la politica macro-prudenziale resta la prima linea di difesa contro l’accumulo di vulnerabilità finanziarie, rafforzando la resilienza e preservando lo spazio macro-prudenziale”.
Possibili pause
Lagarde non si sbilancia sulle prossime mosse e le prossime decisioni, ma lascia intendere che in occasione della prossima riunione (24 luglio) si potrebbe optare per lasciare le cose invariate, con i valori che scatteranno dall’11 giugno. “Ritengo che adesso siamo ben posizionati per navigare le acque nei prossimi mesi“, afferma rispondendo a una domanda precisa. La replica offerta non lascia intendere che l’attuale livello dei tassi di interesse raggiunto sia tale da essere appropriato per lasciarlo intoccato fino alla fine della pausa estiva, per nuovi eventuali tagli da lasciare per la riunione di settembre.
Lagarde e il suo futuro: “Determinata a completare il mandato”
La tradizionale conferenza stampa di fine seduta è l’occasione per la presidente della Bce di chiarire sul proprio futuro, e smentire le voci circa una sua presunta intenzione di lasciare l’istituzione dell’Ue in anticipo: “Sono sempre stata determinata a completare il mio mandato“. Avanti per tutti gli otto anni, fino al 31 ottobre 2027, dunque.