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    Home » Economia » Lagarde: “Prospettive di inflazione restano più incerte del solito”

    Lagarde: “Prospettive di inflazione restano più incerte del solito”

    La presidente della Banca centrale europea in Parlamento europeo: "Ci sono rischi al rialzo e al ribasso, processo di disinflazione finito"

    Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
    6 Ottobre 2025
    in Economia
    La presidente della BCE, Christine Lagarde, nel corso del dialogo economico in commissione Affari eocnomici del Parlamento europeo [Strasburgo, 6 ottobre 2025]

    La presidente della BCE, Christine Lagarde, nel corso del dialogo economico in commissione Affari eocnomici del Parlamento europeo [Strasburgo, 6 ottobre 2025]

    Bruxelles – La situazione non è cambiata: troppe variabili. Christine Lagarde vuole essere chiara, nel suo intervento in commissione Affari economici del Parlamento europeo: “Le prospettive per l’inflazione nell’area dell’euro rimangono più incerte del solito, con un contesto di politica commerciale globale ancora volatile responsabile dei rischi sia al rialzo che al ribasso“, avverte la presidente della Banca centrale europea nel corso del dialogo monetario con gli europarlamentari. In questo modo diventa anche più complicato capire come muoversi. Neppure questo è un concetto nuovo, espresso da lei stessa a fine giugno.

    I dazi minacciati dall’amministrazione USA sul ‘made in EU’ hanno prodotto dapprima un aumento dei flussi commerciali per evitare le tariffe, quindi un rallentamento per stock già costruiti. Quindi nella prima metà del 2025 l’economia è cresciuta dello 0,7 per cento, ricorda Lagarde, per poi rallentare. “I rischi per la crescita economica sono diventati più equilibrati poiché la probabilità che i principali rischi di ribasso legati alle tariffe si siano concretizzate è diminuita, a causa del nuovo accordo commerciale“.  Però, vuole sottolinea la presidente della BCE, permangono “i rischi che le rinnovate tensioni commerciali possano ulteriormente smorzare le esportazioni, gli investimenti e i consumi”.

    La situazione che si prospetta è quella aggiornata a settembre. Per quanto riguarda la crescita dell’eurozona il personale della BCE prevede un aumento dell’1,2 per cento nel 2025 (rispetto allo 0,9 per cento delle previsioni di giugno), dell’1 per cento nel 2026 (rispetto allo 1,1 per cento delle previsioni di giugno) e dell’1,3 per cento nel 2027 (stabile).

    Eurozona, con i dazi di Trump meno investimenti e meno prestiti bancari

    Il calo dell’inflazione è finito, taglio del tassi mento scontato

    Mentre per quanto riguarda l’inflazione, le stime indicano 2,1 per cento nel 2025 (rispetto al 2 per cento delle previsioni di giugno), 1,7 per cento nel 2026 (dall’1,6 per cento delle previsioni di giugno) e 1,9 per cento nel 2027 (dal 2 per cento delle previsioni di giugno). Qui Lagarde vuole essere chiara: “Con l’inflazione attualmente intorno al 2 per cento e che dovrebbe rimanere intorno a quel livello oltre l’orizzonte di proiezione, possiamo dire che il processo disinflazionistico è finito“. Vuol dire che vengono meno anche le ragioni per tagliare il costo di prestito del denaro.

    Di fronte all’aumento dell’inflazione la BCE ha adottato una decisa politica monetaria volta ad aumentare i tassi di interesse, così da calmare i consumi interni. Raffreddando la domanda, i prezzi sono scesi, e con l’inflazione in calo la BCE ha potuto iniziare a ridurre i tassi di interessi aumentati in precedenza. Con il processo disinflazionistico fermo, si indeboliscono le ragioni per continuare a ridurre i tassi di interesse.

    Tags: Banca Centrale europeabceChristine Lagardecommerciocrescitadazidialogo economicoinflazioneparlamento europeo

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