Bruxelles – La situazione è cambiata, e non in meglio. In prospettiva, le cose non sembrano offrire segnali di miglioramento. Inutile girarci intorno, e la presidente della Banca centrale europeo, Christine Lagarde, evita di farlo. Al contrario, è diretta: “Il contesto in cui operiamo rimarrà altamente incerto e potenzialmente più volatile. Ciò renderà più difficile condurre la nostra politica monetaria e adempiere al nostro mandato di mantenere stabili i prezzi”.
Sono tempi complessi, e non da oggi, afferma nel corso della conferenza stampa tenuta a Sintra (Portogallo) al termine della riunione del consiglio direttivo per valutare la strategia della Bce. Nel corso degli ultimi quattro anni, ricorda Lagarde, “non solo abbiamo assistito a un’impennata dell’inflazione, ma anche a un cambiamento di alcune caratteristiche strutturali fondamentali della nostra economia e del contesto inflazionistico: la geopolitica, la digitalizzazione, il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale, la questione demografica, la minaccia alla sostenibilità ambientale e l’evoluzione del sistema finanziario internazionale”. Tutto questo pone degli interrogativi, a cui è difficile dare risposte.
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“Questo è il nostro messaggio principale ai cittadini dell’area dell’euro che serviamo: il nuovo contesto offre molti motivi di preoccupazione“, ammette Lagarde. Che però rassicura: “Ma una cosa di cui non devono preoccuparsi è il nostro impegno per la stabilità dei prezzi”. La Bce non intende arretrare di un centimetro, e la presidente dell’Eurotower lo chiarisce quando scandisce che “la Bce è impegnata a rispettare il suo mandato e manterrà se stessa e i suoi strumenti aggiornati per essere in grado di rispondere alle nuove sfide”. Quindi rassicura ulteriormente: “Siamo preparati per tutte le circostanze, sia per rispondere ai fattori al ribasso sia ai fattori al rialzo”.
Il Consiglio direttivo conferma l’obiettivo dell’inflazione del 2 per cento nel medio termine, e per questo tutti gli strumenti rimangono al loro posto, a disposizione dell’istituzione Ue, con l’eurotower che si riserva di scegliere se, come e quando usarli per rispondere meglio e in modo agile a nuovi possibili shock. La prima di queste scelta sarà certamente quella relativa ai tassi di interesse, in occasione della riunione del 24 luglio. La Bce potrebbe decidere di lasciarli invariati, per rimandare la decisione vera e propria dopo l’estate, nella riunione dell’11 settembre.