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Difesa, Camporini: I ministri europei si coordinino su dove risparmiare

Difesa, Camporini: I ministri europei si coordinino su dove risparmiare

Bisognerebbe gestire l'interdipendenza con razionalità, invece "oggi si taglia dove si può e si rende inefficiente il sistema". Balfour "ozioso il discorso sull'esercito comune"

Bisognerebbe gestire l’interdipendenza con razionalità, invece “oggi si taglia dove si può e si rende inefficiente il sistema”. Balfour “ozioso il discorso sull’esercito comune”

TornadoSi fa presto a dire “Tornado”. Di questi (una volta) ultramoderni aerei da combattimento, introdotti negli anni ’80 in tanti eserciti europei non ce ne sono due uguali (da paese a paese) tante sono state le specifiche nazionali che è come se fossero sistemi d’arma completamente diversi uno dall’altro, anche se il nome e la forma (più o meno) sono gli stessi. Dunque la forza aerea italiana non è integrata con quella francese e nessuna delle due lo è con quella tedesca, anche se tutte e tre hanno lo stesso aereo. In soldoni.

Vincenzo Camporini
Vincenzo Camporini

Su questa base diventa davvero difficile costruire una difesa comune europea. Non certo un esercito, discorso da molti giudicato oramai “ozioso” e che certo, come spiega Rosa Balfour, direttore del programma di politica internazionale dell’European Policy Centre, “è fermo da almeno dieci anni e non si vedono possibilità di sviluppo”. Si potrebbe però lavorare ad un sistema di difesa più coordinato, “interoperabile”, come dicono gli esperti. La storia, abbiamo visto, non aiuta e non aiuta nemmeno la crisi, che sta spingendo ogni governo a fare tagli guardando solo al suo interno “e quel che si taglia, quando si può, sono sempre le cose più costose o più facili, senza darsi altre priorità”, spiega Vincenzo Camporini, già capo di Stato Maggiore della Difesa ed ora vice presidente dell’Istituto Affari Internazionali.

L’occasione è la presentazione, ospitata a Bruxelles dall’Epc, di uno studio dello Iai sul “Costo della non Europa nel settore della Difesa”. Camporini è uomo diretto, che conosce bene la materia di cui parla e può permettersi di farlo con semplicità. “Questo modo di tagliare non va bene per niente – spiega – perché se si toglie un pezzo dal sistema della difesa non è che si riduce la capacità, ma la si porta a zero!”. Questo a livello nazionale, ma vedere la cosa a livello europeo vuol dire rendere l’Unione incapace di agire militarmente su scale significative. “Se si deve tagliare lo si faccia, ma lo si faccia tutti insieme, mettendo i ventotto ministri della Difesa attorno ad un tavolo per evitare di tagliare tutti la stessa cosa, e cercando di salvare un sistema che, a livello europeo, possa funzionare”. Purtroppo invece “oggi in Europa nessuno è in grado di dar corso a nessuna decisione, si taglia dove si può e si rende inefficiente il sistema, se non a pagare gli stipendi dei militari”, dice il generale.

Rosa Balfour
Rosa Balfour

La domanda è se questo significa una perdita di sovranità da parte degli stati nazionali. La risposta è affermativa, ma visto che da soli gli stati europei non sono autosufficienti e in grado di rispondere

ad una minaccia, non si tratta di una scelta tra sovranità e interdipendenza, ma di gestire l’interdipendenza con razionalità.

Lor

 

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