Bruxelles – La crociata dei favorevoli alla Brexit ha fatto un balzo in avanti: aumentano al 43% coloro che voteranno per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, rispetto al 39% dei pro-Ue. Ma i giovani sembrano essere la chiave di volta per il risultato finale. L’ultimo sondaggio online condotto da Opinium ha rivelato un vero e proprio gap generazionale. Gli appartenenti alla fascia di età 35-55 e gli over 55 sono per la maggior parte favorevoli al distacco dall’Unione europea, mentre più di un giovane su due vuole appartenere alla famiglia Ue. Questi però si mostrano meno interessati ad esprimere il loro voto.
Tra coloro che hanno 55 o più anni, il 54% si dichiara a favore della Brexit, rispetto al 30% dei pro-Ue. In questa fascia, secondo il sondaggio, l’81% è sicuro di recarsi alle urne. Nel gruppo 18-34 anni, le cifre sono praticamente opposte, con il 53% interessato a rimanere membro dell’Unione contro il 29% schierato a vantaggio della Brexit. In questo caso però solo il 52% dei giovani voterà sicuramente per il referendum del 23 Giugno. Nelle ultime settimane, sia il premier David Cameron sia il ministro dell’istruzione Nicky Morgan hanno cercato di convincere i giovani a spingere i loro parenti più anziani contro la Brexit ed hanno esortato le generazioni più avanti negli anni a votare a favore dell’Ue nell’interesse dei loro discendenti. Il ministro Morgan ha affermato che i giovani sarebbero quelli che più soffrirebbero la separazione della Gran Bretagna dall’Unione, e che il voto dei loro genitori e dei loro nonni sarebbe come un “gioco d’azzardo” per il futuro dei loro bambini e dei loro nipoti.
Un’analisi da parte della Electoral Reform Society, basata su un sondaggio effettuato da BMG Research, conferma la distanza tra le varie fasce di età. Questa ha rivelato che il 18% di coloro che hanno tra i 18 e i 24 anni e il 26% di coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni sono “molto interessati” nel referendum sulla Brexit, rispetto al 47% di coloro che hanno 65 anni o più e al 32% di chi ha una età compresa tra i 55 e i 64 anni. Nel totale, il 58% della popolazione ha dichiarato che andrà sicuramente a votare e il 15% che probabilmente lo farà, ma nella fascia 18-24 solo il 44% è sicuro di recarsi ai seggi, rispetto al 76% degli over 65.
Anche in Italia scarseggia la fiducia nei confronti della Ue, ma nel nostro caso si diffida di una possibile “uscita”. E si teme anche una Brexit: secondo un sondaggio condotto da Demos, la metà della popolazione italiana non è a favore della separazione del Regno Unito dall’Ue. L’opinione diffusa è che questa scissione produrrebbe solo effetti negativi, anche al di fuori del Paese britannico e quindi anche a casa nostra. In Italia due persone su dieci non percepiscono il rischio di conseguenze particolari, ma in questo caso si tratta soprattutto, degli elettori più disincantati e indifferenti. Una frazione molto limitata vede questa scelta pericolosa per il Regno Unito ma non per l’Europa. Mentre circa il 15% ritiene che la Brexit sia un problema per gli europei, ma un beneficio per i cittadini britannici. Poco inferiore è la percentuale di chi che considera la Brexit un beneficio per tutti. Coloro che tifano per la defezione appartengono principalmente alla corrente euroscettica e sono particolarmente numerosi fra gli elettori della Lega e di Forza Italia. E in misura relativamente più limitata nella base del Movimento 5 stelle. Quindi anche in Italia c’è chi tifa per la Brexit. Ma chi appartiene a questo gruppo in realtà spera per la fine della Ue, immaginando che la costruzione europea, in seguito alla separazione del Regno Unito, subisca una battuta di arresto o intraprenda un percorso verso la disgregazione.