Bruxelles – Bisogna procedere con il corridoio sud del gas, il maxi-progetto per un gasdotto lungo 3.500 chilometri per portare il gas azero dal mar Caspio al mar Adriatico e fino in Puglia. Il Consiglio energetico Ue-Stati Uniti riunito a Washington “ha ribadito il forte sostegno all’apertura del corridoio, inclusa la costruzione del Tap” (Trans-Adriatic pipeline), la sezione del progetto che attraversando Grecia, Albania, e mar Adriatico porta il gas azero in Italia. Ok anche al gasdotto d’interconnessione fra Grecia e Bulgaria (Igb). Nella nota congiunta diffusa al termine della riunione si riconosce che “i miglioramenti dell’infrastruttura giocherebbero un ruolo cruciale per le alternative di rifornimenti di gas nelle regioni dell’Europa centrale e sud-orientale”
All’incontro hanno partecipato Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il Segretario di stato statunitense John Kerry, il Segretario all’energia statunitense Ernest Moritz, il vice-presidente della Commissione europea per l’unione energetica Maros Sefcovic e il commissario europeo all’Energia Miguel Arias Canete. “Abbiamo stabilito una strategia energetica per l’Unione europea, che considera anche gli aspetti esterni come elementi geopolitici, ma anche elementi di sicurezza” e ciò significa “creazione di un mercato completamente liberalizzato e interconnesso per l’Europa”, e “diversificazione dei nostri combustibili, dei nostri fornitori e delle nostre rotte di approvvigionamento”, ha dichiarato Mogherini secondo cui sia Use che Ue “credono che dobbiamo impedire che l’energia venga usata come arma politica”.
Secondo Bruxelles e Washington la sicurezza energetica dell’Europa dipenderà dai progetti in via di sviluppo nell’area del Mediterraneo e delle regioni centro orientali dell’Unione. Importanti saranno anche i terminali per il gas naturale liquefatto (Gnl), che verranno costruiti in Croazia e in Grecia, qualora ce ne fosse la richiesta. Il Consiglio sull’energia ha inoltre espresso il proprio convincimento che anche la penisola Iberica possa divenire un punto d’accesso strategico per i rifornimenti di gas verso l’Europa. Di fondamentale importanza sarebbe inoltre la creazione di due gasdotti d’interconnessione aggiuntivi ai confini orientali dell’Ue, uno nell’area del Baltico e l’altro fra Polonia e Lituania, così da fornire una linea alternativa per l’approvvigionamento alla Finlandia e ai paesi baltici.
La realizzazione del gasdotto d’interconnessione fra Grecia e Bulgaria necessita di 220 milioni di euro, secondo le stime del governo di Sofia, entrando in funzione circa a metà del 2018. L’interconnettore collegherà i sistemi di distribuzione del gas naturale della Bulgaria e della Grecia, e avrà come punto d’ingresso la località greca di Komotini, e come quello di uscita la città bulgara di Stara Zagora. Secondo quanto affermato dal ministro degli Esteri bulgaro Daniel Mitov, il gasdotto d’interconnessione fra Grecia e Bulgaria ha il potenziale per spezzare il monopolio russo. Il gas che vi transiterà potrebbe provenire dall’Azerbaigian, unendosi al cosiddetto Corridoio Sud. Per Sofia, l’interconnettore Grecia-Bulgaria costituirà un importante anello di congiunzione nel progetto del cosiddetto Corridoio verticale: il paese balcanico da anni è al lavoro per diversificare le forniture di gas puntando alla realizzazione di collegamenti, oltre che con Grecia e Romania, anche con Serbia e Turchia.