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Romania, vittoria dei Socialdemocratici ma non è scontato chi sarà il nuovo premier
Klaus Iohannis

Romania, vittoria dei Socialdemocratici ma non è scontato chi sarà il nuovo premier

Psd non ha ancora proposto un nome, scelta del presidente Iohannis cruciale

Quando è stato scrutinato il 99% delle schede è inequivocabile il risultato elettorale in Romania, con la vittoria dei Socialdemocratici (Psd) sia al Senato che alla Camera dei deputati. Secondo i dati ufficiali anche se non definitivi della Commissione elettorale, il Psd ha ottenuto il 46,09% dei voti per la Camera Alta e il 45,95 per quella bassa. A una distanza notevole si sono piazzati i Liberali del Pnl che hanno ottenuto rispettivamente il 20,26% e il 19,88%. Dati alla mano, la soluzione più semplice per il post-elezioni sarebbe dare l’incarico al Psd, ma non è ancora chiaro chi sia il candidato premier e il nome scelto dal partito potrebbe determinare la scelta del presidente Klaus Iohannis.

Il capo di stato, infatti, dopo le consultazioni di rito può, secondo l’interpretazione della Costituzione romena, dare l’incarico a chiunque, indipendentemente dalla maggioranza dei voti ottenuta da un partito. Fattispecie che potrebbe verificarsi per due ragioni: da una parte il presidente ha dichiarato apertamente che in base alla legge, approvata nel 2001 e mai applicata con rigore, non darà l’incarico a chi ha processi pendenti (sorte condivisa dal leader Psd Liviu Dragnea e dall’ex premier Victor Ponta) e dall’altro Iohannis potrebbe optare per dare l’incarico al premier tecnico uscente Dacian Ciolos, appoggiato sia dal Pnl (suo partito di appartenenza) che dal movimento anti-sistema Usr di Nicosur Dan che ha ottenuto l’8,55% al Senato e l’8,49% alla Camera.

Gli altri partiti che hanno superato la soglia di sbarramento al 5% sono l’Unione democratica dei magiari (Udmr) 6,28% al Senato e 6,29% alla Camera dei deputati, i Liberaldemocratici (Alde) 6,07% e 5,64% e Pmp dell’ex presidente Traian Basescu 5,34% e 5,06%.

Nonostante l’invito a votare, l’affluenza è rimasta bassa, sotto il 40% (39,4%), 7,2 milioni di romeni su un totale di 18,2 aventi diritto. E nonostante prima del voto il 95% degli intervistati avesse dichiarato di voler cambiare classe politica e di voler mettere al primo posto la lotta alla corruzione, i risultati elettorali hanno mostrato che gli elettori romeni hanno preferito fidarsi delle promesse di aumenti salariali, pensionistici e del taglio delle tasse in un Paese in cui un romeno su quattro vive in povertà.

Tredici mesi dopo la tragedia del Club Colectiv, in cui erano morte 64 persone, scatenando l’ira della popolazione e costringendo Ponta alle dimissioni, i Socialdemocratici si ripresentano alla porta di Palazzo Cotroceni per governare.

Tra gli altri nomi in corsa per la posizione di premier per il Psd anche l’ex vicepremier Vasile Dancu. “Se avessimo dato un nome in anticipo, l’intera campagna sarebbe stata di lotta su un individuo e non sul programma”, aveva dichiarato al Financial Times Dragnea aggiungendo che l’ultima parola sulla decisione del premier sarà sua. Ieri subito dopo i primi exit poll Dragnea ha dichiarato che “i romeni hanno fatto una scelta chiara” e che il Psd “attuerà tutto il suo programma”. Il leader Psd ha inoltre annunciato di potersi alleare con l’Udmr ma di escludere alleanze con Pnl, Usr o Pmp.

Notizia tratta da Askanews.

 

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