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Draghi conferma la fine del Quantitative easing dal prossimo gennaio
Mario Draghi

Draghi conferma la fine del Quantitative easing dal prossimo gennaio

I tassi restano invariati, un amento non è previsto almeno fino all'estate. "La crescita è più debole del previsto"

Bruxelles – La Bce ha confermato, oggi, la fine del Quantitative easing dal prossimo gennaio, come deciso lo scorso luglio. Il Consiglio della Banca centrale europea ha anche confermato il livello dei tassi di interesse: il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. Almeno fino alla fine dell’estate 2019 i tassi non aumenteranno.

Nella conferenza stampa finale il presidente della Bce Mario Draghi ha affermato che “la crescita è più debole del previsto”. Secondo glie speri di Francoforte le stime di quest’anno passano da +2 per cento a +1,9 e per il prossimo da +1,8 a +1,7.

Il programma di acquisto di attività, un esperimento monetario chiamato quantitative easing (QE), era stato lanciato nel marzo 2015 per evitare che un’inflazione sotto-zero colpisse ulteriormente un’economia ancora in balia della crisi del debito della zona euro.

La BCE ha speso 2,6 trilioni di euro in quasi quattro anni, comprando principalmente titoli di Stato, ma anche titoli societari, titoli garantiti da attività e obbligazioni garantite, ad un ritmo di 1,3 milioni di euro al minuto, il che equivale a circa 7.600 euro per ogni persona che vive nell’Area dell’euro.

Dopo aver toccato un picco di 80 miliardi di euro al mese nel 2016, gli acquisti di asset sono diminuiti lentamente con acquisti obbligazionari mensili di 15 miliardi di euro nell’ultimo trimestre del 2018.

Durante gli anni del QE il bilancio della BCE è aumentato di circa 4.65 trilioni di euro, più che raddoppiando dall’inizio del 2015.

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