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Belgio, Michel si dimette. Il governo cade dopo aver detto 'sì' ai migranti
Il primo ministro dimissionario, Charles Michel (sinistra) col re Filippo dei belgi

Belgio, Michel si dimette. Il governo cade dopo aver detto 'sì' ai migranti

Il primo ministro non trova il sostegno dei partiti di opposizione e rimette il mandato al re.

Bruxelles – Ha scontentato gli alleati, non ha convinto i partiti di opposizione. Non ci sono le condizioni per andare avanti, e Charles Michel rassegna le dimissioni da primo ministro del Belgio. La crisi politica aperta a inizio mese dopo l’uscita dei fiamminghi dell’N-Va dall’esecutivo raggiunge il suo apice, lasciando al re il compito di decidere cosa fare del regno, se indire nuove elezioni o trovare il modo di arrivare al 26 maggio, data delle prossime elezioni federali.

Michel ha perso pezzi dopo la decisione di sottoscrivere a nome del Paese ilpatto internazionale sull’immigrazione. Una mossa che ha fatto uscire i nazionalisti fiamminghi, costringendo gli altri partiti a cercare l’appoggio esterno tra i banchi dell’opposizione. Ma le altre sigle non sono rimaste soddisfatte da impegni e concessioni di Michel, il quale ha preso atto dell’impossibilità di andare avanti.

La vicenda belga offre l’immagine dei tempi in cui viviamo: promuovere accoglienza e integrazione implica perdere consensi, sposare linee intransigenti invece paga in termini politico-elettorali. Nell’Europa che sbandiera valori e principi, un qualcosa su cui riflettere.

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