Bruxelles – L’obiettivo prioritario della Commissione europea rimane quello di raggiungere la neutralità climatica del continente europeo entro il 2050. Meglio ancora sarebbe arrivarci prima della metà del secolo. Ma per inseguire l’idea di una rivoluzione verde dell’Europa, servirà portare dal 40 al 50 o 55 per cento la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, per accelerare il raggiungimento di zero emissioni nette entro trent’anni.
Alla proposta di regolamento per una legge sul clima dell’UE – il terzo pilastro del Green Deal europeo – che sarà presentata domani dall’esecutivo comunitario e di cui Eunews ha preso visione, mancano però nuovi obiettivi climatici da raggiungere entro il 2030, che portino a una riduzione più consistente delle emissioni rispetto a quel 40 per cento (rispetto ai livelli del 1990) stabilito nel 2014.
Nessun nuovo obiettivo climatico al 2030
Con il Green Deal, la Commissione europea aveva annunciato l’intenzione di formulare nuove proposte per aumentare il target di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, per rimanere in linea con gli obiettivi di neutralità climatica (zero emissioni nette) al 2050. La bozza di regolamento per una legge sul clima – su cui Parlamento Ue e Consiglio dovranno trovare un accordo – non contiene una proposta vera e propria per un aumento dell’obiettivo generale delle emissioni in UE per il 2030. Piuttosto, il testo impegna l’esecutivo comunitario a rivedere l’attuale target del 40 per cento, portandolo al 50 per cento o al 55 per cento entro settembre 2020.
Dal momento che i gas serra rimangono nell’atmosfera per molti anni e poiché ci sarà un effetto cumulativo anche se le emissioni di gas a effetto serra sono basse, dopo il 2050, si legge nel documento, l’Unione punta a far sì che da quel momento in poi la rimozione di gas a effetto serra superi la quantità delle emissioni.
Per capire come procedere alla modifica degli obiettivi climatici, la Commissione europea si dà ancora qualche mese di tempo. Sarà poi entro giugno 2021 che dovrà stabilire in che modo la legislazione climatica europea dovrebbe essere modificata per innalzare la riduzione delle emissioni al 50 o 55 per cento rispetto ai livelli del 1990. L’ambizione di una legge europea sul clima è proprio quella di integrare tutte le politiche dell’UE sulla base dell’obiettivo di neutralità climatica, definito prioritario in questa legislatura. Entro l’estate del 2021 la normativa europea sul clima dovrà essere quindi modificata non solo nelle parti riguardanti la riduzione delle emissioni ma anche per quanto riguarda le politiche dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica.
I negoziati con il Parlamento e il Consiglio UE
Affinché l’UE possa modificare i propri obiettivi climatici a settembre, gli Stati membri e il Parlamento europeo dovranno però negoziare un accordo sulla base di questa proposta di regolamento. Prima che le due istituzioni possano negoziare, è attesa da parte della Commissione europea una valutazione dei costi e benefici. È verosimile che non sarà facile trovare un accordo tra gli eurodeputati, propensi in maggioranza ad aumentare il target al 55 per cento entro il 2030, e i governi dell’Unione, dove continuano a registrarsi reticenze (soprattutto in alcuni paesi dell’Est Europa, come la Polonia, chiamatasi fuori dall’obiettivo di neutralità al 2050). Nella proposta di regolamento, l’esecutivo comunitario specifica però che quello della neutralità climatica al 2050 è un obiettivo che dovrà raggiungere l’intera Unione europea e non i singoli stati membri.
La possibilità di adottare atti delegati
Per garantire che l’Unione e gli Stati membri restino sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica, la Commissione dovrebbe regolarmente valutarne i progressi. A partire dal 2023, e ogni cinque anni, l’esecutivo europeo potrà valutare i passi avanti fatti dagli Stati membri e nella bozza del documento è previsto che possa rivedere e modificare gli obiettivi climatici, per aggiornarli di volta in volta, mediante atti delegati, senza dover avviare negoziati completi con le altre due istituzioni europee. In sostanza, si propone di istituire un gruppo di esperti provenienti dagli Stati membri che formuleranno di volta in volta una nuova proposta aggiornata per la neutralità climatica e sulla base di tale proposta, l’esecutivo formulerà un atto giuridico delegato da sottoporre all’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio UE.
La conferenza sul clima di Glasgow
Perché l’UE deve rivedere i propri obiettivi per il 2030 entro settembre? La risposta è che l’UE dovrà affrontare un programma serrato per arrivare preparata al prossimo vertice delle Nazioni Unite sul clima, in programma a novembre a Glasgow, in cui i paesi partecipanti e l’Unione europea stessa dovranno annunciare i loro nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio aggiornate per il 2030. Per gli eurodeputati Verdi, la scelta di rimandare a settembre la revisione dei suoi targetal 2030 pone l’UE in ritardo nella pubblicazione dei suoi nuovi obiettivi, il che potrebbe spingere anche altri paesi come la Cina a ritardare ancora la riduzione delle emissioni.