Bruxelles – “La pandemia non ha fermato l’orologio della Brexit. Non c’è più tempo da perdere”. Il capo negoziatore dell’Ue, Michel Barnier, in un intervento di mercoledì 2 settembre 2020 all’Istituto degli Affari europei e internazionali di Dublino ha ribadito la linea di dialogo dell’Unione Europea nei confronti del Regno Unito a meno di quattro mesi dal 1° gennaio 2021, data della “Brexit economica e commerciale”. Ma non senza condizioni.
In apertura del discorso, Barnier ha sottolineato che “molte delle conseguenze saranno negative. Ma se tutti agiremo in modo responsabile, potremo contenerne alcune”. Tra queste il capo negoziatore ha ricordato per prima l’Irlanda, il Paese membro più colpito dalla Brexit non solo a livello commerciale, ma soprattutto per quanto riguarda il mantenimento della pace e della stabilità.
Se è vero che “l’Unione Europea vuole una stretta collaborazione con il Regno Unito”, risulta altrettanto chiaro dalle parole di Barnier che “dall’inizio di questi negoziati, il Regno Unito ha rifiutato di impegnarsi a dare garanzie credibili per una concorrenza libera e leale”. Per la controparte europea le regole d’ingaggio sarebbero chiare dal primo momento: “Qualsiasi partnership commerciale tra economie così vicine ed interconnesse come le nostre devono includere meccanismi credibili e forti, per evitare distorsioni commerciali e vantaggi competitivi ingiusti”.
Ancora più incisivo è stato sulla questione degli accordi internazionali di pesca: “Senza una soluzione a lungo termine, equa e sostenibile sulla pesca, semplicemente non ci sarà una nuova partnership economica con il Regno Unito”. Il diktat di Barnier si scontra con l’attuale posizione del governo britannico di voler escludere i pescatori irlandesi (e degli altri Stati membri Ue) dalle acque in cui pescavano anche prima che Irlanda o Regno Unito aderissero alla Comunità economica europea nel 1973. “Dall’inizio di questi negoziati, non ha mostrato alcuna disponibilità a cercare dei compromessi sulla questione””, ha aggiunto.
E infine la parte di discorso più tagliente: “Il governo britannico sta ancora cercando di mantenere i vantaggi comunitari e del mercato unico, senza obblighi. Il Regno Unito afferma spesso che sarebbe nell’interesse dell’Ue concedergli uno status speciale in queste aree strategiche di cooperazione. Ma, francamente: è davvero nell’interesse economico a lungo termine dell’UE?“. Dall’import/export ai trasporti, fino all’energia e all’economia verde, Londra manterrebbe gli stessi vantaggi, senza dover necessariamente rispettare i vincoli e standard europei.
“Conosciamo bene gli argomenti del Regno Unito: vuole un taglio netto dall’Ue, piena sovranità, la libertà di fissare le proprie regole e spendere i propri soldi come vuole. Per questo il governo britannico insiste che non può impegnarsi sul level playing field [l’allineamento normativo invocato dall’Ue contro i rischi di concorrenza sleale, ndr]”, ha aggiunto il capo negoziatore. “Stiamo semplicemente chiedendo di tradurre gli impegni presi nella Dichiarazione politica in un testo legale. Niente di più. Tuttavia, su tutte queste questioni, la parte britannica continua a deludere”.
“Ho abbastanza flessibilità nel mio mandato negoziale per trovare un compromesso”, ha concluso Barnier. “Vogliamo un accordo, ma non a ogni costo, non a deterioramento del mercato unico. Non sacrificheremo e mai sacrificheremo gli interessi economici e politici a lungo termine dell’Unione Europea per il solo beneficio del Regno Unito”. Michel Barnier, come da accordi, sarà a Londra fra una settimana per l’ottavo ciclo di negoziati.