Roma – Naufraga il tentativo del ‘Conte Ter’ e il presidente Sergio Mattarella si gioca l’arma finale dell’ex presidente della BCE Mario Draghi, che è stato convocato per domani mattina al Quirinale.
L’esito dell’esplorazione non ha dato i frutti sperati e il presidente della Camera Roberto Fico, in serata è salito al Quirinale per riferire i dettagli al capo dello Stato. “In questi due giorni ho promosso l’avvio di un confronto – ha detto uscendo dal colloquio – e a seguito di ciò permangono distanze e non ho registrato l’unanime disponibilità per dare vita a una maggioranza”.
Prima di rivelare il nome del prossimo incarico per “un governo di alto profilo che possa avere la fiducia di tutte le forze politiche”, Mattarella ha messo in luce le due alternative possibili. “Un nuovo esecutivo adeguato ad affrontare le gravi emergenze, oppure quella di immediate elezioni anticipate che va attentamente considerata”. Ed elencando i rischi di un voto nei prossimi mesi, ha elencato tutte le difficoltà di “un governo in attività ridotta in un momento cruciale per il Paese: Piano vaccinale, presentazione del Recovery plan, l’emergenza economica. Scadenze urgenti, mesi difficili “sconfiggere il virus o rischiare di esserne travolti” dice senza infingimenti il capo dello Stato, facendo trasparire la sua amarezza.
Durante l’esplorazione del presidente della Camera Fico lo scontro vero è stato sugli incarichi con Italia Viva che ha insistito per far saltare i ministri dell’istruzione Azzolina e della Giustizia Bonafede su cui il M5S ha invece fatto muro. A finire nel mirino dei renziani anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. I temi sono sullo sfondo di un negoziato che è stata condotto su due binari e che quasi mai si sono sovrapposti. È stato lo stesso Renzi a rivelare che la vera frattura è stata al vertice dei leader a cui hanno partecipato i capi delegazione a Palazzo Chigi. Decisione che ha provocato l’ira del PD che considera la rottura delle ultime ore inspiegabile. “Nonostante la disponibilità ad accogliere le loro proposte, Renzi ha deciso di rompere ma Italia Viva non può pretendere di scegliere i ministri degli altri partiti”, hanno spiegato fonti dei Dem che prendono atto del fallimento del mandato esplorativo.
Per tutto il giorno il tentativo del presidente Fico è stato appeso a un filo sottilissimo. “È stato un lavoro proficuo ma restano ancora dei nodi, distanze, anche se non incolmabili, per noi si può andare avanti” ha detto Graziano Delrio il capogruppo del PD uscendo dalla lunghissima seconda giornata di negoziato. Sul fronte opposto Italia Viva: “Rimangono distanze sui contenuti, su fisco e giustizia, non c’è accordo” dice Maria Elena Boschi. Un racconto “non veritiero” contesta il Movimento 5 Stelle secondo cui “i temi convergenti sono più di quelli divisivi” dice Davide Crippa ma avevamo detto in modo chiaro che i temi divisivi come il MES dovevano restare fuori dal tavolo”. Per Loredana De Petris di Liberi e Uguali “ora si apre una situazione complicata, mi pare difficile che possa accadere qualcosa di diverso dalle elezioni”.
La scelta di Mattarella per un governo a guida Draghi prende in contropiede anche il centrodestra, che oggi aveva confermato la sua unità e la preferenza per il voto anticipato: “Ho sentito gli alleati siamo compatti e abbiamo le idee chiare – ha detto Matteo Salvini – non è possibile che la sinistra perda altro tempo, le priorità sono la salute e il lavoro degli italiani, non i litigi per poltrone e ministeri”. L’incognita da domani riguarda anche le loro decisioni di fronte a un governo istituzionale sotto la protezione del Quirinale.