Domenica torna l’ora legale: un’ora di sonno in meno

Dovrebbe però essere l'ultima volta, o al massimo la penultima che si cambia orario: nel 2021 l'Unione europea ne ha previsto l'abolizione e gli Stati devono scegliere dove stare una volta per tutte

Bruxelles – La notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo si dormirà un’ora di meno: torna l’ora legale. Quella notte alle 02.00 le lancette andranno avanti di un’ora, alle 03.00. Quest’anno però potrebbe essere l’ultima volta che si spostano le lancette, che, in teoria, dovrebbero tornare indietro alla fine di ottobre.

Il Parlamento europeo, nel marzo 2019, ha approvato una proposta della Commissione europea in base alla quale entro la primavera del 2021 tutti gli Stati europei dovranno decidere un’ora e restare sempre in quella, senza cambiamenti stagionali. Per ora l’Italia non ha deciso, e anzi, tende a mantenere il doppio orario. Ma Bruxelles vigilerà perché le scelte siano coordinate per zone, e non ci siano continui salti di orario, ad esempio con Spagna, Belgio e Polonia dove sono le 12.00 e Francia, Austria e Ungheria dove sono le 13.00.

La posizione del Parlamento dovrà essere oggetto di confronto con i governi prima di diventare norma esecutiva, e non è chiara la posizione di molte cancellerie. In Francia si è fatto un passo in più: due milioni di cittadini poco più di un anno fa risposero alla consultazione pubblica aperta nel febbraio 2019 dall’Assemblea Nazionale, e il 59.17% scelse di mantenere per sempre l’ora legale.

Certo è che a trarre vantaggio dall’abolizione dell’ora legale saranno in particolare i Paesi nordici, dove le giornate estive sono comunque lunghe e quelle invernali comunque brevi, con alternanza di luce e buio poco o per niente percettibili anche spostando in avanti o indietro le lancette di un’ora. Per i Paesi del sud, invece, l’ora legale, regalando un’ora in più di luce la sera e levandola all’alba, permette significativi risparmi di energia alle famiglie e alle imprese, con un positivo impatto anche sulla protezione dell’ambiente.

La scelta della Commissione, e poi del Parlamento, ha lasciato molte perplessità, anche perché basata su un sondaggio del 2018 che diede un 84 per cento di favorevoli all’ora “unica”, al quale hanno partecipato solo 4,6 milioni dei 500 milioni di cittadini europei, e il 70 per cento dei quali erano tedeschi.

Secondo alcune ricerche il cambio dell’ora due volte all’anno è per molti all’origine di una condizione di stress, in particolare tra gli abitanti del Nord Europa. Passare dall’ora legale a quella solare rende le giornate invernali più buie e corte, il che provocherebbe depressione.

Al contrario l’ora legale farebbe saltare l’equilibrio perché improvvisamente aumenta le ore di luce alle quali siamo esposti, destabilizzando il nostro metabolismo.

Nota per i lettori: rispetto alla prima edizione sono stati cambiati titolo e foto perché erano errati. Ce ne scusiamo.

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