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Filiera agroalimentare, a novembre prima valutazione sulla direttiva UE contro pratiche sleali

Filiera agroalimentare, a novembre prima valutazione sulla direttiva UE contro pratiche sleali

Gli Stati membri hanno tempo fino al primo maggio per recepire nel diritto interno la direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare, adottata dall'UE il 17 aprile 2019. Nel 2025 prevista una valutazione sull'efficacia della legislazione da parte dell'Esecutivo europeo

Bruxelles – Scade il primo maggio il tempo a disposizione degli Stati membri per recepire nel diritto interno la direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare, adottata il 17 aprile 2019. “La Commissione europea seguirà attivamente gli Stati membri in merito al recepimento della direttiva”, precisa l’Esecutivo, che entro novembre 2021 presenterà una prima relazione sul recepimento e l’attuazione della direttiva in tutti gli Stati membri. Nel 2025 prevista invece una valutazione sull’efficacia della direttiva che “si baserà sulle relazioni annuali degli Stati membri e sui risultati delle indagini della Commissione”.

La direttiva “garantisce la protezione di tutti gli agricoltori europei, fornitori di piccole e medie dimensioni contro 16 pratiche commerciali sleali da parte di acquirenti più grandi nella filiera alimentare”, ricorda in un tweet Janusz Wojciechowski, commissario europeo per l’Agricoltura. Le pratiche commerciali sleali da vietare previste dalla direttiva includono, tra le altre, ritardi nei pagamenti e annullamenti di ordini dell’ultimo minuto per prodotti alimentari deperibili; modifiche unilaterali o retroattive ai contratti; costringere il fornitore a pagare per prodotti sprecati e rifiutare contratti scritti. Ci sono inoltre una serie pratiche commerciali che sono consentite solo se precedute da un accordo iniziale chiaro e inequivocabile tra le parti: un acquirente che restituisce prodotti alimentari invenduti a un fornitore; un acquirente che addebita un pagamento a un fornitore per garantire o mantenere un contratto di fornitura di prodotti alimentari; un fornitore che paga per la promozione, la pubblicità o la campagna di marketing di un acquirente.