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PAC, si apre un nuovo capitolo nel dialogo tra UE e i governi. Piani strategici sul tavolo di Bruxelles entro fine 2021
Janusz Wojciechowski

PAC, si apre un nuovo capitolo nel dialogo tra UE e i governi. Piani strategici sul tavolo di Bruxelles entro fine 2021

Il lavoro preparatorio sui piani strategici della PAC si sta intensificando, come anche i contatti bilaterali informali con gli Stati membri. Dopo la presentazione entro il primo gennaio 2022, la Commissione Europea avrà sei mesi di tempo per valutare l'allineamento con le sfide ambientali strategiche dell'UE

Bruxelles – La Commissione Europea ha ricevuto, completi o almeno parti, dei piani strategici della maggior parte degli Stati membri. A un mese quasi esatto dall’accordo politico sulla riforma della Politica agricola comune, che sarà in vigore dal primo gennaio 2023 fino al 2027, si è aperto formalmente un nuovo capitolo nel dialogo tra Bruxelles e le capitali con al centro il legame tra la futura PAC e il Green Deal europeo. Mentre prosegue il lavoro tecnico sui tre regolamenti, il lavoro preparatorio sui piani strategici della PAC si sta intensificando e i contatti bilaterali informali con gli Stati membri sono in corso per orientarli sulla formulazione di queste tabelle di marcia. A dirlo è la stessa Commissione europea pubblicando oggi (23 luglio) una serie di “domande e risposte” per capire come stanno procedendo i lavori in vista della pausa estiva.

Come una delle novità principali di questa riforma, la Commissione ha chiesto ai Paesi di formulare piani strategici con azioni da mettere in pratica per incontrare gli obiettivi ambientali e climatici da raggiungere a livello europeo. A fine dicembre 2020 ha inviato agli Stati membri una serie di raccomandazioni con cui formulare questi piani e assicurare che la nuova PAC sia in linea con il Green Deal, e con le strategie connesse della Farm to Fork e della Biodiversità. Piani che dovranno essere presentati alla Commissione europea entro il primo gennaio 2022, che avrà quindi 6 mesi per decidere sul piano, salvo il tempo per le necessarie revisioni.

La Commissione – viene precisato – si riserva la possibilità di chiedere a uno Stato membro “di rivedere la sua bozza di piano quando le misure proposte non rispondono alle sfide strategiche”. Queste sfide strategiche dovranno tener conto dei “punti di partenza” di ciascuno Stato in termini di riduzione delle emissioni e via dicendo, e sono identificate nella cosiddetta “valutazione dei bisogni” di ciascuno Stato membro, presente nelle raccomandazioni di dicembre. Queste serviranno da bussola alla Commissione nella sua valutazione, ma terrà conto anche di altri elementi, basando la valutazione sui criteri e le indicazioni stabiliti nel regolamento sui piani strategici della PAC. “Se tutti i piani della PAC affrontano le cause alla base dei problemi a livello nazionale e utilizzano le risorse della PAC con saggezza”, scrive la Commissione, dovremmo essere in una “buona posizione per arrivare a un livello sufficiente di contributo al Green Deal, in uno spirito di responsabilità e solidarietà”.

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