Bruxelles – Serve chiarezza sui messaggi scambiati dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e l’amministratore delegato della società farmaceutica Pfizer/BioNTech, Albert Bourla. Dopo il rifiuto da parte dell’esecutivo comunitario di rendere noto il contenuto di uno scambio di chiamate e messaggi di testo – secondo quanto rivelato da un’inchiesta di The New York Times – la mediatrice europea, Emily O’Reilly, ha deciso di aprire un’indagine sull’accesso pubblico a informazioni relative all’acquisto di dosi di vaccino COVID-19.
“La Commissione ha detto di non poter fornire l’accesso a nessun messaggio di testo, in quanto non è stata tenuta alcuna registrazione di tali messaggi”, ha rilevato la mediatrice (carica adibita a ricevere le denunce su casi di cattiva amministrazione delle istituzioni UE). Tuttavia, O’Reilly ha riferito che è “necessario” incontrare i funzionari europei per “discutere le procedure e le pratiche applicabili” sulla conservazione dei messaggi di testo istantanei e “su come questa politica è attuata nella pratica”.
Come evidenziato dalla mediatrice, l’amministrazione dell’Unione “è tenuta dal diritto comunitario a redigere e conservare la documentazione relativa alle sue attività, per quanto possibile e in modo non arbitrario”. A causa dell’aumento del telelavoro e delle conversazioni attraverso strumenti digitali durante la pandemia COVID-19, anche questo tipo di comunicazioni dovrebbe essere considerato parte della documentazione che l’amministrazione UE deve fornire in modo trasparente.
Following a complaint, we have opened an inquiry into @EU_Commission's refusal to grant access to text messages between @vonderleyen and a multinational's CEO about a #COVID19 vaccine contract.
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— European Ombudsman (@EUombudsman) September 17, 2021