Bruxelles – Prima Ottawa, poi Washington. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sarà Oltreoceano tutta la prossima settimana dove incontrerà rispettivamente il primo ministro Justin Trudeau e il presidente Joe Biden. In entrambe le tappe, la leader comunitaria lavorerà su due fronti: rafforzare la cooperazione sulle priorità comuni e geostrategiche, come il sostegno all’Ucraina nel difendersi dalla Russia, ma anche tendere la mano a entrambi gli storici alleati transatlantici sul fronte delle tecnologie pulite e l’approvvigionamento sicuro di materie prime considerate critiche per la tecnologia pulita. Ricostruire un’alleanza transatlantica in bilico a causa dell’IRA statunitense, principalmente in chiave anti-Cina.
“L’attuazione del nostro Green Deal sarà una priorità di ogni discussione che la presidente terrà con i leader. Abbiamo obiettivi comuni e comuni ambizioni sulle materie prime critiche e sicuramente saranno affrontate”, ha confermato la portavoce della Commissione europea, Dana Spinant, durante il briefing quotidiano con la stampa, precisando di non poter fornire maggiori dettagli sul viaggio di von der Leyen della prossima settimana. Con gli Stati Uniti l’Unione europea ha in sospeso le tensioni che nei mesi scorsi si sono venute a creare sull’Inflation Reduction Act (IRA), il piano di sussidi ‘verdi’ da quasi 370 miliardi di dollari che secondo Bruxelles rischia di svantaggiare le imprese europee, costringendole a delocalizzare la produzione.
Von der Leyen sarà a Washington dall’8 al 10 marzo e una nota di Bruxelles fa sapere che nell’incontro con Biden si discuterà dei modi per “mantenere la leadership transatlantica nella tecnologia pulita e garantire la collaborazione tra l’UE e gli Stati Uniti sull’innovazione e catene di approvvigionamento sicure per la tecnologia pulita”. In altre parole, le preoccupazioni dell’Ue sull’IRA saranno al centro del confronto, in una sorta di prova di distensione con Washington prima del Vertice europeo del 23 e 24 marzo. In risposta al piano Usa, la Commissione europea ha annunciato a febbraio l’idea di un Piano industriale per il Green Deal, di cui le proposte normative concrete arriveranno alla metà di marzo in tempo per finire sul tavolo dei leader dell’Ue.
Mentre prepara il suo Piano industriale green, Bruxelles sta cercando di limare gli aspetti più preoccupanti del piano statunitense. A quanto si apprende a Bruxelles, nelle scorse settimane si sono registrati progressi sui veicoli elettrici aziendali in leasing, con la pubblicazione di alcune linee guida da parte di Washington (che dovrebbero essere confermate a marzo) secondo cui i veicoli europei potranno beneficiare degli stessi vantaggi fiscali previsti per le auto made in Usa. Passi avanti, a quanto si apprende, anche sui minerali lavorati nell’Unione europea per la produzione di batterie elettriche. L’Ira prevede fino a un massimo di 7.500 dollari di incentivi per le batterie elettriche, di cui 3.750 riguardano i minerali e 3.750 il resto della componentistica. Per la quota relativa ai minerali, quindi il 50 per cento, anche le batterie prodotte in Europa potranno avvalersi degli incentivi fiscali americani.
Non c’è solo la distensione sull’IRA al centro del viaggio di von der Leyen, ma anche l’approvvigionamento di materie prime critiche per la doppia transizione, che saranno al centro del Piano industriale per l’industria green. Bruxelles sta portando avanti il lavoro sul ‘Critical Raw Material Act’, la futura legge dell’Ue per le materie prime critiche che costituisce uno dei tre pilastri normativi del Piano industriale per il Green Deal insieme alla riforma del mercato elettrico e il ‘Net-Zero Industry Act’, per l’industria a zero emissioni. Il futuro atto normativo sulle materie prime critiche avrà due ‘anime’: una di natura commerciale e una di natura regolamentare. La prima ‘anima’ commerciale assumerà, probabilmente, la forma di una comunicazione non vincolante sugli aspetti della diversificazione delle forniture e sull’approfondimento di partenariati bilaterali come quelli che l’Ue ha già con il Canada (e che von der Leyen cercherà di rinsaldare).
Ci sarà lo sforzo a rafforzare questi rapporti in chiave bilaterale, ma anche multilaterale: è in questo contesto che la Commissione europea sta lavorando a un ‘Club delle materie prime critiche’, con i partner più fidati come, appunto, gli Stati Uniti e il Canada. La seconda parte dell’atto sarà quella regolamentare, di cui si sta occupando la DG Grow, la direzione generale della Commissione europea che si occupa di Mercato interno, industria, imprenditoria e Pmi. A quanto si apprende, si lavora a un regolamento vero e proprio per stimolare e accelerare la trasformazione in chiave di autonomia strategica per quanto riguarda la produzione, l’assemblaggio e il riciclo di materie prime sensibili e altri minerali. Da lunedì sera von der Leyen sarà ad Ottawa, in Canada, e insieme al premier Trudeau visiteranno un’azienda canadese di tecnologia pulita proprio per sottolineare “il potenziale del partenariato UE-Canada per le materie prime critiche, che intendono portare avanti”, conferma Bruxelles. I colloqui porteranno a capire come e in che termini portare avanti il lavoro su questo ‘Club’ ristretto sulle materie prime critiche, nell’ottica di arrivare la prossima settimana a presentare l’iniziativa legislativa.