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Bruxelles svela la roadmap della futura banca (che non sarà una banca) europea dell'idrogeno

Bruxelles svela la roadmap della futura banca (che non sarà una banca) europea dell'idrogeno

Annunciata dalla presidente della Commissione a settembre nel discorso sullo stato dell'Unione, prende forma l'idea dell'iniziativa - che non sarà un nuovo istituto finanziario - per portare la produzione di idrogeno dalla nicchia alla scala

Bruxelles – Una banca, che non sarà una vera banca, per portare la produzione di idrogeno in Europa da nicchia a scala. La Commissione europea si prepara a svelare nelle prossime ore i dettagli sulla futura Banca europea dell’idrogeno, un’iniziativa annunciata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione pronunciato a settembre a Strasburgo.

L’iniziativa doveva essere presentata a maggio (era programmata per il 17/05 nel calendario del collegio dei commissari), ma Bruxelles è intenzionata ad anticiparne la presentazione per il contributo che l’idrogeno, in particolare quello ‘verde’ prodotto da rinnovabili, può dare al Piano industriale per il Green Deal, il piano annunciato in risposta all’Inflation Reduction Act (Ira) statunitense. La sfida dell’iniziativa è quella di ridurre il divario economico tra i costi più alti delle energie verdi, compreso l’idrogeno rinnovabile prodotto da elettrolisi, e l’idrogeno prodotto da altri processi, per i primi progetti. Come spiegato dal vicepresidente del Green Deal, Frans Timmermans, in conferenza stampa, la Banca andrà a coprire la differenza tra il costo di produzione dell’idrogeno rinnovabile e il prezzo che il mercato è disposto a pagare. “L’ importo esatto di questo premio risulterà da una procedura di offerta competitiva”, ha detto Timmermans.

Per farlo, sfrutterà un sistema di aste per la produzione di idrogeno rinnovabile per sostenere i produttori attraverso un pagamento a prezzo fisso per kg di idrogeno prodotto per un massimo di 10 anni di funzionamento. Le prime aste pilota – ha annunciato la Commissione – sono attualmente in fase di progettazione e dovrebbero essere lanciate nell’autunno 2023, sostenute da 800 milioni di euro dal Fondo per l’innovazione che viene finanziato attraverso parte delle entrate del sistema Ets, il mercato europea del carbonio. L’intenzione della Commissione è dunque quella di dar vita a una piattaforma d’asta dell’Ue, sfruttando il Fondo per l’innovazione e le risorse degli Stati membri, per finanziare progetti di idrogeno rinnovabile. A settembre von der Leyen ha parlato di un investimento complessivo di circa 3 miliardi di euro nei prossimi anni “per costruire il mercato futuro” dell’energia in espansione che sarà l’economia del futuro.

Al piano REPowerEu presentato lo scorso maggio, Bruxelles fissa a 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di quantità ogni anno entro il 2030 l’obiettivo per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e sostituire il gas naturale, il carbone e il petrolio nelle industrie e nei settori dei trasporti difficili da decarbonizzare. Per raggiungere i 10 milioni di produzione interna di idrogeno rinnovabile previsti nel piano, la Commissione Ue stima un fabbisogno totale di investimenti in 335-471 miliardi di euro entro il decennio. La stragrande maggioranza proverrà da finanziamenti privati, ma i finanziamenti pubblici avrebbero svolto un ruolo importante per sbloccare quelli privati. La Banca si fonda su quattro pilastri e dovrebbe essere operativa entro la fine del 2023. I primi due pilastri riguardano lo sviluppo della produzione all’interno dell’Unione europea ea livello internazionale. Il terzo pilastro è legato alla trasparenza e al coordinamento: valutazione della domanda, esigenze infrastrutturali, flussi di idrogeno e dati sui costi. L’elemento finale è il coordinamento e la combinazione degli strumenti finanziari esistenti con nuovi finanziamenti pubblici e privati, sia nell’Ue che a livello internazionale. La Banca si fonda su quattro pilastri e dovrebbe essere operativa entro la fine del 2023. I primi due pilastri riguardano lo sviluppo della produzione all’interno dell’Unione europea ea livello internazionale. Il terzo pilastro è legato alla trasparenza e al coordinamento: valutazione della domanda, esigenze infrastrutturali, flussi di idrogeno e dati sui costi. L’elemento finale è il coordinamento e la combinazione degli strumenti finanziari esistenti con nuovi finanziamenti pubblici e privati, sia nell’Ue che a livello internazionale. La Banca si fonda su quattro pilastri e dovrebbe essere operativa entro la fine del 2023.

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