Bruxelles – Non più multe annuali con automatico stop a sanzioni già nel 2025 ma un calcolo su base triennale da fare alla fine del 2027 così da salvare ambizioni ‘green’ e industria. La Commissione europea produce il tanto annunciato (da Bruxelles) e il tanto atteso (dalle imprese del settore) emendamento mirato al regolamento sulle emissioni di CO2 per automobili e veicoli commerciali leggeri, che serve anche alla presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, a eliminare le pressioni attirate su di sé, a partire da quelle del suo stesso partito, il Ppe.
La Commissione tiene fede agli impegni nei confronti dei produttori di quattro ruote, e i vincoli che impongono loro una soglia di 95 grammi di CO2 per chilometro percorso. Un dato medio, quest’ultimo, che va calcolato sul totale delle emissioni sprigionate in atmosfera dai modelli di nuova immatricolazione. La misura di flessibilità proposta, spiega l’esecutivo comunitario, consente di valutare la conformità dei produttori agli obiettivi di CO2 per il 2025, 2026 e 2027 sull’intero periodo di tre anni, calcolando la media delle loro prestazioni, anziché annualmente.
“La flessibilità di oggi dimostra che abbiamo ascoltato, compreso le preoccupazioni” del mondo dell’industria automobilistica europea e che “stiamo prendendo provvedimenti per affrontarle, mantenendo al contempo i nostri obiettivi di zero emissioni”, sottolinea il commissario per il Clima, Wopke Hoekstra. E’ qui che insiste, nel volersi dimostrare attenti alle esigenze di quelle imprese di cui il Ppe dichiara di essere riferimento politico. Non sorprende, dunque, che il commissario per i Trasporti, il greco Apostolos Tzitzikostas, anche lui esponente popolare, assicuri che “continueremo a lavorare a stretto contatto con l’industria sul piano d’azione presentato il mese scorso, per mantenere le case automobilistiche, i fornitori e i settori dei servizi correlati europei innovativi, competitivi e saldamente ancorati in Europa”.
La proposta di modifica è però un passaggio non sufficiente, per quanto necessario. Servirà il voto favorevole di Parlamento e Consiglio Ue, ed è a loro che la Commissione si rivolge chiedendo un’approvazione “senza indugio” rimessa alla prova dei fatti. La presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, è certa di farcela: “Concediamo maggiore flessibilità a questo settore chiave e allo stesso tempo restiamo sulla rotta dei nostri obiettivi climatici”, sintetizza. A suo giudizio è la formula che non lascia scontento nessuno, neppure chi chiede, come i socialisti, di non rinunciare all’agenda verde incardinata nel Green Deal.