La “maggioranza” che diede la fiducia meno di un anno fa a Ursula von der Leyen non c’è più. Come si temeva il Partito popolare (Ppe) ha scelto il ruolo del battitore libero, anzi, probabilmente si può già dire che, coperto dai voti del centrosinistra e di buona parte dei verdi, ha scelto di lavorare in alleanza con la destra estrema, quella tanto condannata dal suo presidente Manfred Weber, guidata dal premier ungherese Viktor Orban.
Oramai non si contano più i casi nei quali il Ppe ha scelto il voti dei conservatori di Ecr e dei Patrioti di Orban e di chiunque a destra ci stia, per portare avanti le sue politiche. SI iniziò con un test sul Venezuela a poche settimane dalla fiducia a von der Leyen, e si continua, a raffica, con l’abbattimento del green deal. L’ultimo caso è stato quello dell’indagine aperta sui finanziamenti ricevuti dalle Ong ambientaliste, il prossimo è già pronto, e riguarderà le norme sul greenwashing. I socialisti, i liberali, i verdi, si scatenano contro questa deriva, ma è uno sforzo profondamente inutile. Il Ppe va avanti sulla sua strada dell’alleanza con le destre estreme, senza ufficialmente sporcarsi le mani con i Patrioti, ma accogliendone i voti, mentre il resto della “maggioranza” si dimena incatenata nel suo voto di fiducia.
Ora, dato che von der Leyen accetta di buon grado questo stato di cose, al centrosinistra non resta che una via politica da percorrere: levare la copertura al Ppe. E c’è una sola strada per questo: presentare una mozione di sfiducia a von der Leyen.
Un atto del genere costringerebbe i popolari ad uscire alle scoperto: faranno dei passi indietro e si riallineeranno alle politiche della “maggioranza” con socialisti, liberali e i verdi che ci stanno, oppure cercheranno i voti della destra estrema, oltre a quelli dell’Ecr quelli dei Patrioti, delle Nazioni sovrane e quanto altro possono trovare? Così una maggioranza potrebbero averla, e l’avrebbero uscendo allo scoperto. Von der Leyen cosa ne penserebbe?
Fino ad oggi il Ppe non ha dovuto “dialogare” con Patrioti ed altri della destra estrema, ma ne ha spesso raccolto i voti, trovandosi però i voti contrari dei suoi alleati di quando si diede la fiducia a von der Leyen. E’ ora che se questa è la maggioranza sulla quale Weber vuole poggiare la sua sua azione politica, il Ppe abbia il coraggio di dirlo a tutti gli europei: abbiamo rotto con i liberali, con i socialisti, con i verdi, e preferiamo allearci con Orban ed altre forze estremiste.
Per il centrosinistra vorrebbe dire, certo, affrontare un periodo difficile, ma certamente vorrebbe anche dire subire meno umiliazioni, vorrebbe dire svolgere una ruolo politico e non di ombrello in questa legislatura.
Sempre che il Ppe abbia il coraggio di farlo.



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