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L’Italia è tra i Paesi che tagliano di più in istruzione e formazione

L’Italia è tra i Paesi che tagliano di più in istruzione e formazione

Risorse in calo costante, riduzioni su tutti i livelli, dalla scuola primaria fino all’avviamento professionale. Siamo tra i peggiori con Spagna, Croazia, Bulgaria, Romania e Lituania

Risorse in calo costante, riduzioni su tutti i livelli, dalla scuola primaria fino all’avviamento professionale. Siamo tra i peggiori con Spagna, Croazia, Bulgaria, Romania e Lituania

Foto tratta da www.lettera43.it
Foto tratta da www.lettera43.it

 In Europa, calano le spese degli Stati membri per educazione e tirocini. E Il nostro Paese è sempre lì, in prima fila tra quelli in cui si sono registrati i tagli maggiori. Dal 2008 al 2011 in ben 16 Stati dell’Unione, le risorse destinate ai giovani per l’istruzione e l’inserimento professionale sono calate, con tagli più diffusi soprattutto per quanto riguarda gli studi universitari. Mentre però, nella maggior parte dei casi, i tagli effettuati dagli Stati membri si limitano ad un solo settore dell’educazione, che sia quello dell’istruzione primaria, secondaria, terziaria o dell’inserimento professionale, in Italia, i tagli si estendono su tutti i livelli. Ciò vuol dire che a ricevere meno risorse dalle casse dello Stato italiano sono tutti, dalle scuole elementari sino alle Università, fino all’avviamento professionale per i giovani. Oltre a noi, solo Spagna, Croazia, Bulgaria, Romania e Lituania hanno esteso i tagli a tutti i livelli dell’educazione. A rivelarlo è l’ultimo monitoraggio annuale sull’ istruzione e la formazione pubblicato oggi dalla Commissione europea.

 Nell’ultimo anno preso in considerazione dallo studio (2012), solo in 6 Paesi i tagli sono addirittura cresciuti rispetto al triennio precedente (2008-2011). Sempre presente l’Italia. A farci compagnia, Grecia, Cipro, Lituania, Portogallo e Regno Unito. Un altro dato preoccupante emerso dalla ricerca della Commissione, riguarda il tasso di occupazione dei ragazzi con almeno un titolo di studi secondari: dal 2008 ad oggi, sempre meno giovani che si affacciano al mondo del lavoro riescono a trovarlo. Oggi, Solo il 76% di loro riesce a trovare un posto di lavoro, per giunta spesso in settori che richiedono meno competenze, a dispetto dell’82% fatto registrare nel 2008.

 “Il valore dei dati forniti dal monitoraggio annuale su istruzione e formazione è inestimabile, perché permette agli Stati membri di confrontare sè stessi con gli altri e incoraggia i responsabili delle decisioni ad investire in modo efficiente, modernizzare i sistemi di istruzione e migliorare la qualità e i risultati. Ciò è essenziale se vogliamo garantire che i giovani siano dotati delle competenze necessarie per avere successo nella vita”, ha commentato Androulla Vassiliou, commissario europeo per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù.

Marco Frisone

Per saperne di più:
Lo studio completo della Commissione (in inglese)
L’Italia non punta più sull’istruzione, è tra i 5 paesi Ue che la tagliano di più

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