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Sanzioni contro la Russia congelate: entrata in vigore slitta di alcuni giorni

Sanzioni contro la Russia congelate: entrata in vigore slitta di alcuni giorni

Dopo discussioni più complesse del previsto, i Ventotto hanno approvato ufficialmente il nuovo pacchetto di misure restrittive contro Mosca. Ma la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e quindi l'entrata in vigore avverrà solo "nei prossimi giorni" per valutare gli effetti del cessate il fuoco e del piano di pace. Le sanzioni potranno anche essere riviste del tutto o in parte

Gli Stati membri le hanno approvate, ma almeno per i prossimi giorni non entreranno in vigore. Restano per il momento congelate le nuove sanzioni dell’Unione europea contro la Russia. Prima di entrare a gamba tesa con il nuovo pacchetto di misure restrittive, i Ventotto preferiscono rimanere a guardare, ancora per alcuni giorni, quali saranno gli effetti della tregua attualmente in vigore nell’est dell’Ucraina. Dopo discussioni più lunghe del previsto e una riunione straordinaria degli ambasciatori, alla fine l’ok al nuovo pacchetto di sanzioni è arrivato, ma si è deciso di rinviarne l’applicazione. Una soluzione temporanea, proposta dalla presidenza di turno italiana, per avere il tempo di valutare con più calma il da farsi. Già domani è stata fissata una nuova riunione del Coreper per valutare gli effetti del cessate il fuoco. Quello che è certo è che, se si decidesse di non volere più procedere con le sanzioni, non si può semplicemente lasciare le cose come stanno e non pubblicare le misure in Gazzetta ufficiale (passo che segna l’entrata in vigore), ma servirebbe una nuova decisione da parte degli Stati membri.

“L’entrata in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avrà luogo nei prossimi giorni”, comunica senza meglio specificare quanti il presidente del Consiglio uscente, Herman Van Rompuy. “Questo – spiega – lascerà il tempo per una valutazione della messa in atto del cessate il fuoco e del piano di pace”. A seconda di come evolverà la situazione sul terreno, hanno anche già messo in conto gli Stati, le sanzioni potranno essere “riviste interamente o in parte”.

Le nuove sanzioni, ancora non rese ufficialmente note, rafforzerebbero quelle già scattate lo scorso luglio in materia di vendita alla Russia di beni a doppio uso militare e civile, di tecnologie sensibili ed equipaggiamenti destinati al settore dell’energia. Questa volta limiterebbero l’accesso ai mercati dei capitali anche per alcuni colossi petroliferi russi come Rosneft, Transneft e Gazprom Neft (unità del gruppo del gas Gazprom che gestisce le attività nel settore del greggio). Nel mirino potrebbero finire anche compagnie statali russe del settore della difesa e banche. Dovrebbero comparire poi una decina di nuovi nomi nella lista nera di personalità russe o ucraine colpite con il congelamento dei beni e il divieto di ingresso nell’Ue.

Alcuni segnali incoraggianti, nonostante gli scontri nelle regioni orientali siano proseguiti, almeno dal punto di vista diplomatico ci sono. Ieri, il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo ucraino, Petro Poroshenko hanno raggiunto un accordo in un colloquio telefonico per continuare il dialogo finalizzato a mettere fine al conflitto. Ad annunciarlo è stato lo stesso Cremlino secondo cui, nel corso della conversazione, i due leader hanno discusso “i passi per facilitare una soluzione pacifica della situazione nel Sudest dell’Ucraina” e hanno concordato di proseguire con i negoziati. Sono intanto cominciati anche i primi scambi di prigionieri, così come previsto dalla tregua. In Ucraina sono tornati 1.200 prigionieri liberati dai separatisti filo-russi nell’ambito dell’accordo sulla tregua nell’est del Paese, ha annunciato ieri Poroshenko, auspicando che entro la fine della settimana siano liberate le restanti 863 persone in mano ai ribelli.

 

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