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    Home » Politica » Tra dipendenza dal gas russo e ‘no’ ai migranti in Austria l’estrema destra vola nei sondaggi

    Tra dipendenza dal gas russo e ‘no’ ai migranti in Austria l’estrema destra vola nei sondaggi

    Dalle urne potrebbe uscire vincitrice l’Fpo di Herbert Kickl, attualmente davanti (seppur di poco) a conservatori e socialdemocratici. A spingere l’ultradestra soprattutto i temi della sicurezza e del costo dell’energia

    Francesco Bortoletto</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/bortoletto_f" target="_blank">bortoletto_f</a> di Francesco Bortoletto bortoletto_f
    23 Settembre 2024
    in Politica
    Herbert Kickl

    Il leader dell'Fpö, Herbert Kickl, durante un comizio elettorale (foto: Alex Halada/Afp)

    Bruxelles – Dopo aver fatto man bassa alle elezioni regionali nei Länder dell’ex Germania Est, l’estrema destra sembra ad un passo dal governo anche in Austria, dove domenica prossima (29 settembre) si voterà per rinnovare il Parlamento federale. La cavalcata del Freiheitliche partei Österreichs (Fpo), il “partito della libertà” guidato da Herbert Kickl, è iniziata diversi mesi fa e ora i sondaggi danno la formazione anti-Islam e pro-Cremlino poco sotto al 30 per cento, al termine di una campagna elettorale dominata dal dibattito sull’immigrazione e dalla questione della dipendenza energetica da Mosca. L’estrema destra potrebbe esprimere il cancelliere per la prima volta dal dopoguerra, ma non è scontato.

    Prima è stata la volta della Germania, dove l’ultradestra etno-nazionalista di Alternative für Deustchland (AfD) è arrivata in testa in Turingia e seconda (per un soffio) in Sassonia e nel Brandeburgo. Ora la destra radicale potrebbe arrivare prima su scala nazionale anche in Austria, il che aprirebbe potenzialmente a Kickl le porte della cancelleria in un inedito storico. Per ora, nessun partito pare in grado di ottenere la maggioranza assoluta: l’Fpo si aggira intorno al 29 per cento dei consensi, mentre al secondo e terzo posto si collocano il Partito popolare (Ovp) di centro-destra e i socialdemocratici (Spo), rispettivamente al 22 e 21 per cento. Alle europee dello scorso giugno, l’estrema destra ha portato a Strasburgo la delegazione più folta (6 deputati che siedono nel gruppo dei Patrioti per l’Europa), davanti a Popolari e socialdemocratici (5 eletti ciascuno). 

    All’indomani del voto la vera domanda sarà dunque quella relativa alle coalizioni: l’Fpo – che ora sta all’opposizione della maggioranza Popolari-Verdi – è già stata al governo in passato come partner di minoranza in diversi esecutivi guidati dall’Ovp, ma non ha mai espresso il cancelliere federale. L’eventualità che Kickl riesca a ottenere l’incarico non è però scontata: anche se i cristiano-democratici di Karl Nehammer (che attualmente guida l’esecutivo) arrivassero secondi alle urne, potrebbero accettare di formare un governo con l’ultradestra solo in cambio del mantenimento del cancellierato. Alleanze alternative per escludere dai giochi l’Fpo sono teoricamente possibili (ad esempio Ovp, Spo più una terza gamba come i Verdi oppure i liberali di Neos) ma sarebbero destinate ad una maggiore instabilità politica, come insegna il caso della “coalizione semaforo” di Olaf Scholz a Berlino. 

    Ad ogni modo, la campagna elettorale in Austria ha avuto al centro i temi della sicurezza e dell’immigrazione da un lato e, dall’altro, la questione della dipendenza di Vienna dagli idrocarburi russi. Da quando, lo scorso agosto, la polizia ha sventato un attentato che avrebbe dovuto scattare al concerto di Taylor Swift nella capitale, il discorso pubblico sul controllo delle frontiere e sul terrorismo di matrice islamica si è inasprito, mentre l’Fpo ha sostenuto pubblicamente piani di remigrazione (proprio come l’AfD in Germania). L’inflazione, il costo degli affitti e in generale l’aumento del costo della vita sono altre problematiche estremamente sentite dall’elettorato, mentre negli ultimi giorni ha tenuto banco anche il tema del cambiamento climatico a seguito dei disastri provocati dal ciclone Boris.

    Quanto all’energia, oltre l’80 per cento del gas che l’Austria importa dall’estero arriva dalla Russia: una situazione non più sostenibile per i partner europei di Vienna, che da due anni e mezzo stanno moltiplicando gli sforzi per affrancarsi dalle forniture di Mosca. Per quanto la coalizione Ovp-Verdi si dichiari alla ricerca di fonti alternative (in primis il metano norvegese), è evidente che il gas russo non sparirà dal mix energetico del Paese nel breve periodo. Chiunque si siederà al tavolo del governo, dunque, dovrà risolvere il difficile rebus su come evitare nuovi picchi dei costi dell’energia per famiglie e imprese, soprattutto se (come annunciato) l’Ucraina bloccherà dall’anno prossimo il transito di idrocarburi dalla Russia all’Austria attraverso il proprio territorio.

    Tags: austriaenergiaestrema destraFpoHerbert Kicklimmigrazionekarl nehammerue

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