Bruxelles – Salute e sanità, la guerra commerciale dei dazi si abbatte anche sui dispositivi medici, e l’Ue, riconosce il commissario per il Commercio, Maros Sefcovic, cerca di correre ai ripari studiando la sostituzione del ‘made in Usa’: “La Commissione sta attualmente conducendo un’analisi che esaminerà anche la disponibilità di alternative per i dispositivi medici in questione, sia a livello nazionale che presso partner commerciali come la Svizzera o il Regno Unito“, ammette rispondendo a un’interrogazione parlamentare in materia.
E’ l’europarlamentare del Ppe Laurent Castillo a preoccuparsi per le ricadute su chi ha bisogno di cure mediche che possono derivare dalle tensioni transatlantiche. Perché, è vero che l’amministrazione di Donald Trump ha decretato tariffe su settori specifici come acciaio e alluminio o automobili, ma ci sono anche dazi ‘universali’ da imporre su qualunque prodotto europeo venduto negli Stati Uniti. Una scelta che inevitabilmente, ricorda ancora Sefcovic, induce l’esecutivo comunitario a non poter escludere niente, neppure contro-dazi su ciò che serve negli ospedali e nei centri di terapie. “E’ stata avviata una consultazione pubblica sulla risposta dell’Ue ai dazi universali statunitensi”, ricorda il responsabile per il Commercio del team von der Leyen. “Questa consultazione include anche alcuni dispositivi medici, poiché i dazi universali statunitensi si applicano anche alle esportazioni di dispositivi medici dall’UE verso gli Stati Uniti“.
Insomma, di dazi qualcuno potrebbe anche morire. Per questo l’Ue lavora per sopperire, soprattutto al mercato unico e alle necessità sanitarie tutte europee, all’eventualità che contro-tariffe Ue ai dazi Usa possano sfavorire acquisti di macchinari e apparecchiatura di produzione americana, fermo restando il blocco della stessa tipologia di prodotti di provenienza cinese, a cui l’Ue ha disposto il bando. Come la Commissione europea intenderà muoversi, e se spostare ordini in Regno Unito o Svizzera, dipenderà dai prossimi sviluppi. “L‘analisi sarà completata sulla base dei contributi ricevuti durante la consultazione pubblica e dopo ulteriori discussioni con gli Stati membri”, spiega ancora Sefcovic.
La Commissione resta comunque decisa a lavorare a tutte le opzioni, e il commissario per il Commercio lo ricorda una volta di più: “Qualora i negoziati fallissero, l’Ue è pronta a tutelare i propri interessi, anche ripristinando le contromisure sospese e introducendo ulteriori misure per riequilibrare gli altri dazi aggiuntivi statunitensi”.