Bruxelles – L’industria delle auto elettriche potrebbe beneficiare dal riciclo di batterie. Entro il 2030, il recupero aiuterebbe a ridurre fino ad un quarto la dipendenza europea dalle importazioni di minerali critici per le batterie, secondo lo studio di Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione europea in materia di decarbonizzazione dei trasporti.
“Se l’Europa riuscirà a confermare e rispettare i suoi piani sul riciclo delle batterie, potrà ridurre sensibilmente la sua dipendenza dai metalli critici importati“, ha dichiarato Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia. “I volumi che si prevede di ricavare dalla filiera del riciclo potranno garantire all’industria europea materie sufficienti per la produzione di milioni di auto elettriche”, ha proseguito Boraschi. A livello di numeri, nel 2030, i materiali provenienti dalle batterie a fine vita e dagli scarti delle gigafactory (fabbriche di enormi dimensioni che si occupano di produrre batterie) potrebbero essere sufficienti a produrre in Europa fino a 2,4 milioni di veicoli elettrici.
Considerando la crisi attuale del settore automotive in Europa, i risultati dello studio sono particolarmente interessanti per l’Ue. In modo chiaro, si evidenzia come il riciclo possa essere collegato ad un potenziamento della produttività e come si possa rafforzare la stessa economia europea. Allo stesso tempo, secondo T&E, il rischio di non cogliere a pieno il potenziale è molto alto, perciò sia l’Unione europea sia il Regno Unito dovranno rafforzare e tutelare i progetti industriali di riciclo, che rischiano la cancellazione.
Muovendosi verso gli specifici elementi, per il cobalto si stima quasi la completa autosufficienza nel 2040 con il riciclo di batterie. Insieme a questo, con il recupero delle celle esauste e degli scarti di produzione, si arriverebbe al 14 per cento del litio, il 16 per cento del nichel, il 17 per cento del manganese, tutti materiali funzionali alla produzione di auto elettriche. Le percentuali, secondo lo studio, potrebbero anche salire dopo il 2030.
Stima T&E che i volumi ottenuti dal riciclo eviterebbero la realizzazioni di dodici nuove miniere, entro il 2040 e a livello globale, precisamente quattro di litio, tre di nichel, quattro di cobalto e una di manganese. I benefici per l’ambiente sarebbero notevoli, visto l’impatto negativo consistente dell’attività estrattiva sull’acqua, sul suolo e sulla biodiversità. In aggiunta, la localizzazione in Europa delle attività di riciclo potrebbe diminuire di quasi il 20 per cento l’impronta di carbonio del litio.
L’Europa deve sostenere la propria industria del riciclo, che, essendo ferma o poco sviluppata, rischia di far perdere quasi la metà della capacità di reimpiego a livello europeo. Il suggerimento dello studio di T&E per l’Ue e il Regno Unito è di focalizzarsi sul sostegno al riciclo nelle politiche e nei programmi di finanziamento.
Negli Orientamenti politici 2024-2029 della Commissione europea, è previsto che si discuterà una normativa sull’economia circolare. L’obiettivo della legge dovrebbe essere quello di contribuire a “generare la domanda di materiali secondari sul mercato e creare un mercato unico di rifiuti, soprattutto per le materie prime critiche”, si legge nel documento della Commissione. Nel contempo, l’economia circolare dovrebbe supportare l’espansione dell’industria europea, limitando però le esportazioni di rifiuti provenienti da batterie e semplificando la circolazione interna all’Ue dei materiali estratti dalle batterie esauste.
Evidente la necessità di cambiamenti sostanziali e, parallelamente, chiaro che in Europa ci siano delle difficoltà a sviluppare a pieno l’economia circolare. “Né l’Ue né il Regno Unito sono ancora pronti a cogliere l’opportunità del riciclo dei materiali connessi alla filiera delle batterie”, ha commentato il direttore Boraschi. “Quasi la metà della capacità di riciclo prevista è a rischio a causa degli alti costi energetici, della carenza di competenze tecniche o della mancanza di sostegno finanziario”, ha continuato Boraschi. Concludendo ha auspicato che si consideri “il riciclo delle batterie al pari di ogni altra tecnologia pulita, ovvero come una soluzione chiave nel quadro della decarbonizzazione“, con normative dedicate ed adeguate.
Dopo la crisi tedesca con Volkswagen, quella (conseguente) con Audi Bruxelles e lo zoppicare italiano, al settore auto si aprono nuove prospettive, per cui la transizione verde e la produzione di auto elettriche potrebbero connettersi in modo ancora più stretto, rafforzando la posizione europea su entrambi i fronti.