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Boccia:
Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia

Boccia: "Macron ci copia Jobs Act e Industria 4.0, il prossimo governo non li smonti"

Il presidente di Confindustria si rivolge alle forze politiche a pochi giorni dal voto. "Meno carico fiscale sulle imprese e più infrastrutture, chi lo fa non fa differenza"

Bruxelles – Il programma di riforme per lavoro e imprese non va smantellato, ma portato avanti e ampliato. Un messaggio per l’agenda politica del prossimo esecutivo, che il mondo delle imprese italiane ha recapito da Bruxelles per chiunque si troverà a guidare il Paese dopo il voto del fine settimana. Nella capitale dell’Ue per i 60 anni di BusinessEurope, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia chiede continuità. “Il Jobs Act e il piano industria 4.0 non vanno smontati in senso negativo”. Hanno funzionato, tanto è vero che “Emmanuel Macron sta copiando Industria 4.0 e il Jobs Act” in Francia. Ma poi bisogna andare oltre quanto già varato in questi anni. “Va ridotto il cuneo fiscale, vanno inclusi i giovani nel mercato del lavoro, e garantire più infrastrutture. Che poi queste cose le facciano governi di larghe intese o altri non fa differenza”. Ciò che più conta è che si faccia “un percorso che vada oltre le promesse, anche legittime, e che si dica dove si prendono le risorse”.

Il programma di Confindustria è europeista nella misura in cui ricalca quello che l’Europa chiede all’Italia da tempo. Nelle ultime raccomandazioni economiche per Paese si chiede alle autorità nazionali, tra le altre cose, proprio di alleggerire l’onere delle tasse per le imprese e ridurre il tasso di disoccupazione giovanile. Inoltre le riforme compiute finora hanno contribuito a conferire nuova credibilità al Paese. Qualche rischio il voto del 4 marzo lo nasconde, ma per Boccia nulla di insormontabile. “La situazione di instabilità potenziale può rallentare il processo di riforme, ma da un punto di vista economico la situazione è rimessa in moto. Abbiamo avuto nel 2017 un aumento del 30% degli investimenti privati rispetto al 2016, un +7% di export. Una parte dell’industria italiana sta rispondendo” alle politiche a sostegno della crescita. Per questo l’eccesso di premure “ci pare eccessivo”.

L’Italia dunque ha gli strumenti per farcela. “I fondamentali economici del Paese sono buoni”. Ora mancano quelli politici, che diventeranno cruciali in Europa. “Tra marzo e giugno abbiamo appuntamenti importanti in Europa”, dove si prendono decisioni sulla Brexit e il prossimo bilancio pluriennale. “L’Italia deve essere presente e giocare da co-protagonista questa partita, per evitare che il prossimo bilancio sia fatto a danno degli interessi italiani”.

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